Il documento della Commissione Giustizia e Pace della CEI “Educare alla legalità” fu scritto e divulgato nel 1991, in tempi non sospetti. Oggi si ritiene che questo testo possa ancora favorire una revisione di mentalità e di comportamento, in una società in cui si registrano frammentarietà e sfilacciature nel rispetto della legge. Essa, se valorizzata, sviluppa uguaglianza e dignità per ogni persona.
La Commissione ecclesiale della CEI “Giustizia e pace” vuole offrire ai cristiani e ad ogni uomo di buona volontà una revisione di mentalità e di comportamento all’interno di una società che, smarrendo il senso delle norme che la devono guidare, compromette la giustizia e la pace.
La Commissione auspica che in tutte le regioni del nostro Paese vi sia un deciso ricupero di moralità e di legalità, con il contributo delle diverse componenti sociali, civili, politiche e religiose, e soprattutto mediante una più convinta e decisa educazione delle coscienze di tutti.
L’Ufficio diocesano invita a riflettere e a far riflettere su questo testo, tenuto conto anche di una necessità maggiore di vivere e testimoniare la legalità in un paese che deve raccogliere tutte le forze sane e necessarie per riprendere un cammino di comunità che dovrà essere all’insegna di una vera legalità per sostenere soprattutto i più deboli e accompagnare la ripresa economica sostenendo il Bene Comune! Voglio richiamare anche i cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II che alzò la voce contro l’illegalità della mafia!
Nella Valle dei Templi, il 9 maggio 1993, il Papa santo si lasciò ispirare da quella folla che in Lui vedeva speranza perché riflesso della luce di Dio. Aggrappato al Crocifisso, unico balsamo per sanare le ferite di vite spezzate dalla mafia, Wojtyla tuonò contro i trafficanti di morte:
“…Questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: “Non uccidere”: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: “convertitevi”! Una volta verrà il giudizio di Dio…!
Grato per l’attenzione e per l’impegno che sarà messo in atto,
Cordialmente,
don Simone Di Vito, direttore