UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scheda 1 – Le mani dell’uomo, la mani di Dio

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15 Dicembre 1999

suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; Gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra. (Salmo 8)Obiettivo: nella laboriosità creativa dell'uomo siamo chiamati a scoprire le tracce del lavoro di Dio che, mediante l'opera umana, porta a compimento la sua creazione
1 INTERROGHIAMO L'ESPERIENZA "Che significato ha il lavoro nella nostra vita di credenti? Questa domanda piomba come un macigno nel cuore di una riunione di lavoratori ed artigiani. Mi sembra di intuire lo stupore che passa nel cuore dei presenti. "Il lavoro è lavoro", sbotta dopo un momento di imbarazzo, uno dei presenti. "Ha le sue logiche e bisogna stare al gioco. Non facciamo della poesia sul lavoro". Sento che quanto dicono è vero, ma mi resta nel cuore un interrogativo: il lavoro è tutto qui? Può un uomo passare la vita a fare qualcosa che sente come oppressivo? E perché mai Gesù ha preso ad esempio molte scene del lavoro per parlare del regno?" (Luca)
- A partire dalla tua esperienza: di che cosa parla il lavoro dell'uomo? - Cosa dice quando diventa un assoluto e prende un posto eccessivo nella vita? - Hai mai avuto la percezione che il tuo lavoro dicesse molto di più di quello che si vedeva a prima vista? - In che senso 1'uomo che lavora è ad immagine di Dio?
A) DALLA PAROLA DI DIO
"Diceva: "Il regno di Dio e come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto e pronto, subito si mette mano alla falce, perché e venuta la mietitura"" (Mc 4, 26-29).
- Gesù parlava spesso in parabole. Si tratta di un genere che noi sentiamo lontano, un po' ingenuo, non adatto alla nostra cultura e alla nostra maniera di sentire. In realtà il linguaggio in parabole dice molto di più di quello che pensiamo.
- E', innanzitutto, uno stile evocativo, che, non essendo immediato, porta ad interrogarsi e riflettere. Inoltre nasce da una profonda capacita contemplativa, che sa cogliere nello s pessore delle cose delle tracce che parlano del Dio Creatore e del suo progetto sul mondo. Il parlare in parabole non è un linguaggio semplicista, ma un linguaggio semplice, di chi ha colto il cuore delle cose.
- Ora, a ben guardare, Gesù prende spesso spunto per le sue parabole da fatti e realtà prese dal mondo del lavoro: il contadino che semina, la cura delle pecore, il lavoro umile e silenzioso dei servi nella casa, la donna intenta a fare pulizia o impastare il pane, il muratore che costruisce la casa, il pescatore che getta le reti... insegnandoci così che 1'uomo che lavora porta in sé una traccia di Dio: non è il lavoro che è divino, ma 1'uomo che lavora che porta i segni di Dio.
- A questa luce possiamo comprendere la parabola del seme. Il lavoro, che porta il segno della dedizione dell'uomo, della sua fatica, del suo dolore, racchiude un tesoro molto più grande di quello che appare a prima vista, come la vita che germoglia è più grande del seme seppellito sotto la terra. La fatica del seminatore, inoltre, è condizione del raccolto e limite della sua opera: il germogliare silenzioso del seme non dipende da lui, ed egli l'attende pazientemente. Ogni lavoro umano porta in sé questa duplice dimensione: l'impegno operoso e l'accoglienza meravigliata e stupita di qualcosa che ci supera.
Altri brani per l'approfondimento
Gn 2, 4-17: l'uomo cooperatore di Dio creatore Ger 18, 1-1: nella bottega del vasaio Gv 5, 1-18: liberazione è il lavoro del Padre
B) DAL MAGISTERO DELLA CHIESA
"L'uomo, mediante il lavoro, deve procurarsi il pane quotidiano e contribuire al continuo progresso delle scienze e della tecnica, e soprattutto all'incessante elevazione culturale e morale della società, in cui vive in comunità con i propri fratelli. E con la parola " lavoro " viene indicata ogni opera compiuta dall'uomo, indipendentemente dalle sue caratteristiche e dalle circostanze, cioè ogni attività umana che si può e si deve riconoscere come lavoro in mezzo a tutta la ricchezza delle azioni, delle quali l'uomo è capace ed alle quali è predisposto dalla stessa sua natura, in forza della sua umanità. Fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso nell'universo visibile, e in esso costituito perché dominasse la terra, l'uomo è perciò sin dall'inizio chiamato al lavoro. Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l'uomo dal resto delle creature, la cui attività, connessa col mantenimento della vita, non si può chiamare lavoro; solo l'uomo ne è capace e solo l'uomo lo compie, riempiendo al tempo stesso con il lavoro la sua esistenza sulla terra. Cosi il lavoro porta su di sé un particolare segno dell'uomo e dell'umanità, il segno di una persona operante in una comunità di persone; e questo segno determina la sua qualifica interiore e costituisce, in un certo senso, la stessa sua natura". (Laborem exercens, 1)
Altri brani per l'approfondimento
Gaudium et Spes, 34 Laborem exercens, 25-26 3 SPUNTI PER LA COVERSIONE - Ti è mai capitato di pensare che il tuo lavoro sia capace di dire qualcosa di Dio? - Cosa provoca in te e nella tua maniera di lavorare questo linguaggio di Gesù? - Ti è di aiuto per guardare in maniera diversa il tuo lavoro e quello degli altri? - Cosa puoi fare per imparare a guardare al lavoro con gli occhi stessi di Gesù? 4 INVITO ALLA PREGHIERA O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i