Qualcuno le chiama “prove di unità”: un’espressione significativa per indicare quel percorso di avvicinamento che – a partire dalla Pentecoste del ’98 – ci ha portato a conoscerci sempre di più, a condividere la nostra esperienza evangelica e le nostre prospettive. Qualcun altro, invece, con un accento più sospettoso, parla di “attivismo cattolico”, guardando soprattutto a ciò che si produce all’esterno, a partire da questo inedito e multiforme legame che si sta attuando.
Dal nostro punto di vista vorrei testimoniare qui che questa storia di unità – che si sta concretizzando in un rapporto vitale tra diversità che si arricchiscono – nasce da due necessità:
1. la necessità dell’amore scambievole come condizione prima, dettata da Gesù, per evangelizzare: “Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri”;
2. la necessità di rispondere alla crisi profonda e dolorosa dell’umanità di oggi, segno premonitore di tempi nuovi, in modo proporzionale alla sua gravità.