La tavola rotonda che ho il compito di condurre ha un tratto particolare: coinvolge alcuni dei tanti protagonisti del laicato cattolico organizzato di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi, nei media soprattutto. Il laicato delle opere, il laicato che nei territori e nelle diocesi costruisce relazioni, costruisce carità, costruisce solidarietà. Un laicato poco raccontato dai media, talvolta strattonato malamente da quella sfera politica cui faceva riferimento la precedente tavola rotonda. Per avviare il confronto vorrei riprendere un passaggio di un articolo di Marco Politi apparso ieri su un quotidiano nazionale che mi pare interpreti lo spirito di questa ultima tavola rotonda. “Lo spazio dell’associazionismo cattolico è forse l’unico che offre al cittadino e specie ai giovani l’occasione di approfondimenti, discussioni e proposte su tematiche religiose, civili e sociali e internazionali, sfuggendo all’impotente ascolto dei talk show e alle chiacchiere volenterose tra amici. Di pari passo la molteplicità delle realtà cattoliche nel segno di una forte impronta comunitaria e solidaristica costruisce una rete di socialità che sorregge il tessuto connettivo del Paese. Se in alcuni passaggi cruciali l’Italia non sbanda e regge a crisi e colpi duri, ciò avviene sicuramente seppur non esclusivamente per l’esistenza della “rete” cattolica ”.