UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Foglio di lavoro per il Tavolo “Società Civile – Terzo Settore” 1999-2000

-
6 Settembre 2000

br> * conservare il carattere di informalità del coordinamento, continuando a coinvolgere le varie espressioni operanti nella società civile, sia quelle religiose, che quelle di ispirazione cristiana; * maggiore divisione dei compiti tra i partecipanti al tavolo comune;
* creare alcune occasioni di incontro con esponenti responsabili della CEI (Segretario, Sottosegretario, Commissioni episcopali...) per uno scambio ed un confronto su questioni particolari;
* un incontro mensile e due seminari annuali da porre in agenda;
* assetto "a geometria variabile" del coordinamento, con possibilità di allargamento ad altre realtà a seconda delle tematiche affrontate (scuola, sanità...);
* segreteria ristretta operativa costituita da un rappresentante per tipologia dei soggetti presenti nel coordinamento: associazioni, cooperative, volontariato, soggetti misti... "La società civile esige poi che al suo interno regnino i princìpi etici che devono reggere le istituzioni pubbliche e private. Le istituzioni sociali (in senso lato) richiedono specifiche virtù, dette istituzionali, le quali fanno sì che quanti ricoprono incarichi in esse siano al servizio degli altri e non usino le istituzioni come se fossero proprietà privata propria. Queste virtù sono parte di un più ampio insieme di virtù civiche, le quali non possono esistere se le persone non sono formate ad esse e se non c'è una cultura vitale che le sostiene. Si tratta dello spazio del lavoro ordinario, di vita quotidiana, che costituisce la materia prima della società civile. E lo spazio in cui le persone possono svolgere il proprio compito con maggiore o minore senso etico, con maggiore o minore spirito di servizio, con maggiore o minore attenzione ai bisogni degli altri, a cominciare da quelli degli ultimi. Ebbene, l'etica civile del cristiano è chiamata oggi a esaltare proprio la santificazione del lavoro ordinario, di ogni giorno, come luogo dell'incontro tra l'umano e il divino, per edificare la città a misura della propria dignità e della propria vocazione".
(Comitato Scientifico Organizzatore, Quale società civile per l'Italia di domani?, Documento preparatorio della XLIII Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, 39)

1. Alcuni punti fermi
In questi anni il coordinamento informale di alcune realtà religiose o di ispirazione cristiana operanti, a vario titolo e in diversi settori, nella società civile ha realizzato una forma di incontro e di reciproca conoscenza che ha permesso di conseguire dei punti fermi riguardanti alcune convinzioni di base e alcune linee ispiratrici di comportamento:
a) la pluralità dei soggetti operanti nella società civile (associazioni; volontariato, cooperative sociali, fondazioni, enti religiosi...) è una realtà da valorizzare in una prospettiva di complementarietà e di interazione reciproca;
b) il rischio di un certo "i nfeudamento" del terzo settore al potere politico, connesso anche con la questione del reperimento delle risorse economiche, deve stimolare le varie realtà ad approfondire la propria identità e a costruire percorsi autonomi di formazione coerenti con le idealità alla base della loro nascita e missione; c) lo sforzo elaborativo a riguardo di alcuni problemi salienti del terzo settore deve rispondere all'obiettivo di realizzare una presenza più propositiva dei cristiani nella società civile in una chiave di sussidiarietà e di solidarietà, cercando di superare l'eccessiva frammentazione e la spaccatura in schieramenti;
d) la conoscenza reciproca di quanto stanno vivendo le varie organizzazioni a riguardo delle trasformazioni in atto nella società civile, è una condizione di base per instaurare una maggior fiducia collettiva; e) la riflessione sulle spinte aggregative che emergono nella società civile è fondamentale per comprendere che cosa sta capitando e per individuare i nodi relativi al rapporto tra le organizzazioni laicali e la Chiesa sul territorio, incoraggiando altresì una ricaduta, a livello locale, dell'esperienza di coordinamento nazionale; f) le opere scaturite dalla fede e dalla gratuità cristiane, sono chiamate ad una continua verifica della fonte da cui devono essere ispirate tramite: * la formazione del personale che le gestisce o che è impiegato; * la proposta di una maggiore sinergia tra di loro sulle problematiche di particolare rilevanza; * la disponibilità ad operare insieme come testimonianza di servizio e di carità; * la responsabilità a sentirsi in comunione con la Chiesa.

2. Per continuare il cammino: l'ipotesi di lavoro 1999-2000
Si propone di sviluppare le seguenti prospettive:
* continuare l'opera di monitoraggio degli aspetti legislativi inerenti i diversi ambiti del terzo settore (lavoro, scuola, sanità, assistenza e servizi alla persona, tempo libero, giustizia e mondo penitenziario...), distribuend o responsabilità specifiche ad alcuni componenti del gruppo che relazionino regolarmente lo stato della situazione dell'ambito di loro competenza. In particolare si propone di avviare subito una riflessione sul servizio civile in vista di una posizione comune. E stata inoltre segnalata l'urgenza di ampliare la ricerca anche sulle questioni inerenti la realtà della migrazione.
* preparazione comune ed attiva partecipazione alla XLIII Settimana Sociale dei cattolici italiani (Napoli, 16-20 novembre 1999) dal tema "Quale società civile per l'Italia del domani?";
* attivare un canale di comunicazione e di scambio con l'Unione Europea, per stimolare a livello internazionale un dibattito sulle tematiche più urgenti e di comune interesse tramite: - gruppo di contatto con parlamentari europei cristiani appartenenti a diverse forze politiche; - momento di conoscenza del terzo settore in alcune nazioni europee.
* affrontare in due momenti seminariali, il tema della riforma della legge sul volontariato e il problema del rapporto tra politica e società civile, cercando di cogliere linee comuni ispirate alla dottrina sociale della Chiesa e agli insegnamenti del Vangelo; * individuare esperienze territoriali nelle quali sperimentare in modo concreto forme di sostegno e di incremento reciproco tra diverse organizzazioni laicali, a partire da progettualità comuni mirate, e dal sostegno delle pastorali della Chiesa locale; * provare a mettere in rete esperienze simili che si realizzano a livello locale sollecitando la diffusione di una maggiore sensibilità al dialogo, disposta all'interazione tra le diverse forze di ispirazione cristiana operanti nella società civile;
* proporre ed organizzare un coordinamento tra i Patronati sociali di ispirazione cristiana.

3. La proposta organizzativa
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi del Coordinamento si ipotizza quanto segue: <