UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia – Solidarietà, giustizia e opzione preferenziale per i poveri

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24 Febbraio 1999

don Mario Operti
In occasione della celebrazione della Giornata della solidarietà 1999 don Mario Operti analizza i temi della solidarietà, della giustizia e dell'amore preferenziale per i poveri alla luce della Parola di Dio e del magistero papale, nella prospettiva del prossimo Giubileo. Si fornisce un abstrac del contributo, rinviando, per il testo integrale, al file allegato. Premesso che è il tema della misericordia del Padre quello che deve guidare il cammino di quest'anno ed ispirare la nostra vita di credenti, l'A ritiene fondamentale soffermarsi a riflettere su questo mistero di amore per cogliere la profondità delle motivazioni dell'impegno per la solidarietà nel mondo del lavoro dove, mai come oggi, si manifestano gravi ingiustizie e pericolosi sfruttamenti che provocano i cristiani ad una sincera conversione per imparare a stare "dalla parte di Dio". L'esperienza dell'esodo è la chiave di lettura e di interpretazione della misericordia del Padre che si rivela, prima di tutto nei confronti di coloro che gridano a Lui. Egli osserva la miseria del suo popolo, ascolta il loro grido, conosce le loro sofferenze e scende per liberarlo (cf. Es. 3,7s) Ugualmente si presenta come il difensore della vedova, dell'orfano e dello straniero che sono l'immagine tangibile delle sue preferenze e del "suo partito". E' il suo "istinto" di tenerezza e di misericordia che unisce Israele a Lui per sempre. "Io vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Voi saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrarrà ai gravami degli Egiziani. Vi farò entrare nel paese che ho giurato a mano alzata di dare ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, e ve lo darò in possesso: io sono il Signore!"." (Es. 6,7-8) La tenerezza e la misericordia di Dio non è riservata soltanto al popolo eletto, ma raggiunge, senza limiti, tutti gli uomini, al punto tale che non sempre viene capito e la sua bontà è fonte di gelosia. La vicenda di Giona (gion 4, 9-11) è esemplare di questa volontà di bene e di salvezza del Padre verso tutto il genere umano che si converte e ritorna a Lui e, al contempo, è testimonianza della durezza del cuore degli uomini, incapaci di comprendere la grandezza di Dio. La misericordia e la tenerezza del Padre e la giustizia tra gli uomini sono in stretta connessione che rimanda alla natura stessa di Dio e alla verità della salvezza e del patto di alleanza. La stessa legislazione civile di Israele è la riprova che il fondamento ultimo del comportamento individuale e collettivo del popolo è l'amore fraterno che trova in Dio la sua ragione ultima. La giustizia non è semplice distribuzione equa delle risorse e rispetto dei patti, ma è espressione e testimonianza della misericordia senza limiti di Dio. In Gesù, "sommo sacerdote misericordioso" (Ebr 2,17) il Volto della misericordia divina, trova la sua più grande manifestazione e rivelazione . I segni che Gesù lascia come risposta agli inviati del Battista che in carcere gli ha mandato un'ambasciata per sapere se è lui il vero Messia o se debbono aspettarne un altro, sono la realizzazione più autentica della misericordia e della tenerezza del Padre: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: "I ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me"" (Mt 11,2-6). Lo scandalo di Gesù è la logica dell'amore misericordioso, fino alla croce; è la buona novella annunciata ai poveri, la scelta degli ultimi, della centesima pecorella smarrita; sono i miracoli che compie, testimonianza dell'irrompere della misericordia di Dio nella storia degli uomini, il futuro di salvezza che Dio vuole costruire con l'umanità. La comunità cristiana da sempre è impegnata ad annunciare e a testimoniare la misericordia di Dio nella sua concezione più autentica e completa. Sull'esempio di Gesù, suo Maestro e Salvatore, se nte con urgenza l'impegno a farsi samaritana nel mondo, ad avere compassione di ogni situazione di sofferenza, a farsi carico di ogni ingiustizia, a farsi prossimo di ogni uomo (Lc 10,29-37). In primo luogo questa testimonianza deve realizzarsi nella comunità cristiana stessa nella quale non ci può essere posto per nessun favoritismo o privilegio, se a non a favore di chi conta di meno e di chi è più povero. E' quanto la comunità cristiana ha maturato fin dai tempi apostolici e che trova nella lettera di Giacomo un appello preciso e provocatorio anche per il nostro modo di vivere la fede e di realizzare lo stile comunitario. In secondo luogo i cristiani avvertono l'importanza di testimoniare al mondo, anche nella vita sociale e del lavoro l'autentico messaggio della misericordia di Dio. La solidarietà cristiana è un modo per realizzare nell'impegno quotidiano della storia la scelta preferenziale per i poveri e la difesa della dignità di ogni uomo. La Giornata della Solidarietà che numerose Chiese che sono in Italia celebrano ogni anno vuole essere un'occasione per riflettere sulle grandi inquietudini che segnano l'odierna società. A fronte dei numerosi e innegabili progressi dello sviluppo umano, non possiamo dimenticare le profonde ingiustizie che sono fonte di sofferenza per tante popolazioni. Anche il mondo del lavoro è oggi segnato da radicali contraddizioni che non possono lasciare insensibili i discepoli di Cristo. Di fronte a tali preoccupanti situazioni sgorga sincera la domanda: "Basta la giustizia?" I cristiani sono convinti di dover collaborare con tutti gli uomini di buona volontà affinché nuovi rapporti di giustizia si instaurino nel mondo, a partire dalla realtà del lavoro e dell'economia; ma ugualmente sanno che se la giustizia viene intesa soltanto come rispetto delle regole ed individuazione di criteri più equi di distribuzione non potrà certo portare a soluzioni e proposte concrete di fraternità. La Giornata della Solidarietà è espression e della convinzione "che la giustizia da sola non basta e che, anzi, può condurre alla negazione e all'annientamento di se stessa, se non si consente a quella forza più profonda, che è l'amore, di plasmare la vita umana nelle sue varie dimensioni. E stata appunto l'esperienza storica che, fra l'altro, ha portato a formulare l'asserzione: summum ius, summa iniuria. Tale affermazione non svaluta la giustizia e non attenua il significato dell'ordine che su di essa si instaura; ma indica solamente, sotto altro aspetto, la necessità di attingere alle forze dello spirito, ancor più profonde, che condizionano l'ordine stesso della giustizia." "Cercate il regno di Dio e la sua giustizia", dunque, è la chiave di interpretazione di tutto l'impegno cristiano nella storia e nelle varie realtà terrene. I discepoli di Gesù partecipano all'impegno per la trasformazione del mondo - se così non fosse verrebbero meno ad uno dei pilastri fondamentali della loro fede - ma al contempo avvertono l'urgenza di andare oltre la giustizia per entrare nella logica dell'amore, della signoria di Dio, della gratuità, che di ogni giustizia è il fondamento ultimo, in quanto è espressione della natura profonda dell'uomo, la sua dimensione di amore e di relazione. Con questa Giornata della Solidarietà, quindi, siamo chiamati, oltre che a maturare atteggiamenti di giustizia nei vari ambienti sociali e del lavoro, anche a porre dei gesti che esprimano nella loro concretezza la logica nuova dell'amore di Dio, Padre di tenerezza e di misericordia, che ha per i suoi figli progetti di piena realizzazione e di pace, progetti che Gesù, suo Figlio e nostro Fratello, è venuto ad inaugurare e a realizzare nel mondo, anche attraverso l'impegno e la collaborazione dei suoi.

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