CONVEGNO NAZIONALE: Futuro della nostra terra: responsabilità cristiana per il sociale, il lavoro, l'ambiente. (Assisi, 4-6 maggio 2001) Prime conclusioni pastorali "In Cristo risorto, tutta la vita risorge": animati da questa forte suggestione sacramentale, il nostro convegno ha analizzato con chiarezza e riflettuto con onestà sul futuro della nostra terra, amata e coltivata come un giardino. Due gli aspetti: 1.la lettura teologica (a cura di don Karl Golser) 2.la lettura pastorale (qui raccolta da questa mia prima sintesi) Il convegno ha permesso così di raggiungere tre obiettivi, che erano nel nostro cuore e che restano decisivi per il cammino futuro. Eccoli: ha permesso di capire che c'è una linea di continuità tra il cammino precedente, basato su i temi sociali e il lavoro con i nuovi temi (giustizia e pace), ora innestati, quasi due affluenti in un unico fiume. Per cui il creato si fa quasi confluenza di entrambi questi affluenti. La salvaguardia del creato è di certo un ponte su cui, oggi, passano in tanti e tutti si ritrovano: mondo ecumenico, mondo della cultura, giovani, la scienza, le altre culture, le università, i "lontani" ... Qui anche l'innesto tra pastorale dei lavori e servizio per il Progetto culturale. Di certo, guardando in avanti, occorre formare i nostri delegati, vecchi e nuovi, su queste inattese prospettive, per essere poi a loro volta animatori nelle loro rispettive comunità ecclesiali. Comunità che restano il nostro grande campo di lavoro. Per questa sintesi, utilizziamo i quattro ambiti della nostra riflessione: lavoro e ambiente; giustizia, magistero, terra; spiritualità del creato; stili di vita compatibili. Lavoro e ambiente: l. Puntiamo sulla famiglia contadina, cui siamo grati per la sua tenacia nell'amore alla terra, nella fedeltà nella custodia della montagna e del bosco. Esprimiamo una vivissima riconoscenza ad essa. Investire nella famiglia contadina, a tutti i livelli, è e resta il miglior investimento nella salvaguardia del creato. Questo però chiede a tutti noi, operatori pastorali, di concretizzare questa riconoscenza in vicinanza, stima per il lavoro della terra, politiche sociali e culturali di sostegno, sgravi fiscali, aiuti diretti, invito ad un'agricoltura biologica, raccordo tra agricoltura e comunità, scuole adeguate. Solo così sarà appetibile anche per i giovani il lavoro dei campi, che resta la sola garanzia per una vera salvaguardia del creato! 2. Siamo vicini in cordiale condivisione delle fatiche e dei problemi che ogni azienda e fabbrica assume nell'adeguarsi ad una logica ecologica incisiva e coraggiosa. Spesso, questo significa ridimensionamento dei posti di lavoro e ciò sembra mortificare questa prospettiva. "Riconvertire" gli impianti, avere un diverso rapporto tra fabbrica e città all'inizio di certo porterà anche a delle scelte dolorose, che comprendiamo e condividiamo. Ma sui tempi più lunghi quei costi e sacrifici produrranno nuove risposte e di certo anche nuova occupazione. Occorre però anche un'adeguata linea politica, che accompagni questi processi. 3. "Ambiente e lavoro": il legame è così forte che si può tradurre così anche in uno slogan "Ambiente è lavoro". Un positivo rapporto tra lavoro e ambiente produce lavoro, migliora la qualità della nostra vita, permette di valorizzare fino in fondo i beni artistici e culturali delle nostre città specie nei centri storici, la difesa del suolo crea nuova occupazione. Conviene quindi investire in questi settori e per parte nostra come chiesa ci sembra necessario sostenere questa visione positiva del Creato. Da sempre infatti natura e cultura sono state come due "sorelle", anche se un po' litigiose... ! 4. Tutto questo chiede un maggiore impegno nella conoscenza delle leggi e dei fenomeni economici, tecnici e culturali che accompagnano la salvaguardia del creato. Il tema non è facile. Si entra con fatica ma poi si rivela affascinante e coinvolgente. Per questo ci impegniamo come delegati ad animare le nostre comunità, a far loro conoscere le nuove prospettive, a presentare in termini positivi e non mortificanti questa impostazione. Ciò potrà essere manifestato con ulteriori incontri tra le nostre Facoltà teologiche e le Università statali, specie attorno ai grandi temi dell'etica, che oggi tutti sentiamo indispensabile e basilare. La complessità non ci spaventi, perciò: anzi ci stimoli ad un'ulteriore conoscenza. Giustizia - magistero - terra 1.La crisi ecologica è crisi etica. E' un'affermazione che spesso ricorre negli interventi magisteriali, sia del Papa che dei nostri Vescovi. Perciò va affrontata a questo livello. Vanno trovate le radici vere e per parte nostra ci impegniamo a rilanciare questa prospettiva, che raccoglie in pieno il messaggio evangelico. Ci sia quindi nelle nostre comunità un annuncio coraggioso e profetico, accompagnato anche da scelte precise sul piano etico e comportamentale (come si dirà poi), che si concretizzerà anche in articolate denunce (annunciare, rinunciare e denunciare!). Questo lo spazio avvincente che si profila sempre più nitido per il laicato e qui anche il Magistero (nazionale e locale) potrà "declinare" in modo nuovo la perenne Dottrina sociale della Chiesa, che accanto ai tre grandi principi della sussidiarietà, solidarietà e bene comune, dovrà attivare il principio di sostenibilità, che ne è concreta attuazione. 2. In particolare, il dramma dei rifiuti è ora diventato un banco di prova grande e duro. Chiede una riflessione saggia e vasta, con delle scelte coraggiose, che ci coinvolgono tutti. Perché tutti siamo compartecipi. Lo stile indicato dal convegno è quello della "riconciliazione" tra ricchi e poveri, tra nord e sud, tra città e città, in modo che non ci sia chi produce rifiuti e chi li sopporta, chi inquina e chi ne paga le conseguenze. In questa rinnovata visione di bene comune, dobbiamo passare dalla strategia dell'efficienza alla strategia di sufficienza, che crea in noi e nelle nostre città un nuovo stile di vita. Spiritualità del Creato 1.E' stata la parte più fondante, ben espressa in tutte le relazioni durante il convegno. Una spiritualità che dovrà essere espressa in un profondo legame e studio della Sacra Scrittura, che la alimenta e che la fonda. Soprattutto è stata ripresa l'immagine del "Giardino", come l'immagine che riassume in pienezza tutta la pregnanza scritturistica. Un giardino da custodire con intelligente passione e con leale amore. Partendo dal cuore che resta il giardino più difficile da coltivare. Al centro di tale giardino, sarà piantata la Croce dei Cristo, perché solo in quest'ottica di conversione vera e di "metanoia" onesta sarà possibile sostenere una coraggiosa salvaguardia del Creato. Su questo terreno troveremo accanto a noi anche i giovani, che restano in parte sensibili ai grandi valori qui presentati, ma anche risultano confusi e distratti dal questo amore per un'impostazione utilitanistica e sfruttatrice della vita, non più sentita come dono ma come conquista individualistica. La bellezza sarà così l'antidoto alla disperazione, alla mafiosità, alla cattiveria. Soprattutto nel cuore delle famiglie e nell'animo dei bambini potrà essere compiuto questo cammino. Che avrà nella Liturgia la sua più alta e piena rappresentazione carica di senso e di messaggio rivoluzionario. 2. Gli stili di vita compatibili ne sono allora la conseguenza, sia nella vita di ciascuno di noi che nelle nostre comunità, fino a diventare scelte politiche e sociali precise. E' la "sobrietà" la parola chiave, che conduce questo cammino in salita, spesso eroico, ma liberante. Nella sua tradizionale ma perenne attualizzazione del Commercio equo-solidale, nell'intelligente investimento dei soldi (ad es. con la Banca Etica), nell'impostazione positiva e solidale delle feste religiose... Saranno allora stili di vita responsabili che aiuteranno ancora una volta i giovani a mantenere alti i loro ideali, verso prospettive di vita in un crescente impegno vocazionale. 3. Ed infine, la pastorale ordinaria, sarà investita positivamente da questa impostazione. A noi, come delegati ed animatori, poter fare questo dono di chiarezza, dentro una testimonianza conseguente. La catechesi dovrà dare spazio ai temi del rispetto e della salvaguardia del creato, in una positiva spiritualità che la animi. Le Associazioni (es. Gi.O.C, MLAC ... ) rinnovino il loro impegno formativo specie fra i giovani. La scuola troverà nuove materie e nuove prospettive, che l'aiuteranno ad entrare nel cuore dei ragazzi. I sacramenti hanno poi una evidente collocazione in queste tematiche: non ultima la confessione, come verifica di uno stile di vita responsabile, onesto, leale con la comunità e il territorio. E si dovrà maturare una serie d'indirizzi politici che saranno la base per chi vuole impegnarsi in essa con intendimenti evangelici. Queste alcune scelte maturate in questo nostro cammino. Ci aiuti san Francesco, nella cui città ci siamo ritrovati e che ci ha sostenuto in questi nostri giorni di lavoro ma anche di vivace dibattito. + Giancarlo Bregantini 3 1