UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Una spiritualità per il creato entro tutto l’anno liturgico

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6 Settembre 2000

. La liturgia ci invita ad entrare nel tempio del tempo e delle realtà cre ate perché in Cristo e nello Spirito, e in comunione con tutti i fratelli, facciamo prorompere da tutti gli esseri e con il loro aiuto e le loro caratteristiche simboliche l'inno al tre volte Santo che abita una luce inaccessibile. La liturgia nella sua dimensione celebrativa ha la chiara vocazione a sviluppare la promozione dell'uomo in tutte le sue caratteristiche per concreare il mondo a lui affidato nell'obbedienza al Creatore. A contatto con l'evento pasquale, le creature riscoprono la vocazione ad essere come il progetto divino le abbia poste in essere perché glorifichino il Datore di ogni dono e crescano nella vera e autentica libertà.Una spiritualità per il creato entro tutto l'anno liturgico
don Antonio Donghi

Ogni lettura della vita, e di tutto ciò che la qualifica in chiave autenticamente cristiana, parte dalla celebrazione dei Divini Misteri poiché è l'evento pasquale celebrato nella liturgia che da senso a tute le realtà create. Infatti la luce che avvolge l'assemblea liturgica e la identifica progressivamente al mistero di Cristo morto e risorto rigenera tutti i celebranti e permette loro di vedere e di leggere le realtà create nella prospettiva evangelica. L'evento liturgico, in conformità alle affermazioni di Sacrosanctum Concilium, ci offre la centralità di Cristo poiché è dalla liturgia che scaturisce la salvezza pasquale e in essa la Chiesa vive e si costruisce secondo le prospettive evangeliche.

Liturgia e realtà create
La lettura della presenza delle realtà create nella liturgia vuol dire riportare il discorso su Cristo. In Lui gli uomini trovano la pienezza della vita poiché in lui il Padre ha riconciliato tutte le cose perché diventassero un inno al suo amore. Nel progetto storico-salvifico la liturgia si coniuga armoniosamente con la vita del credente poiché egli è posto nel cosmo come l'intelligenza del cosmo stesso. La celebrazione eucaristica in particolare rende la comunità cristiana alunna di Cristo e nella docilità allo Spirito le permette di cogliere il significato del creato in tutte le sue componenti spazio-temporali. Come conseguenza l'uomo porta nella liturgia tutto il suo lavoro e le sue primizie, suscitando nei celebranti l'atteggiamento della lode, dell'adorazione, del ringraziamento e della supplica. Le realtà create in forza della potenza dello Spirito Santo sono rese partecipi della fecondità divina e della comunione fraterna con il Datore di ogni dono. Nel momento in cui esse sono lo strumento della glorificazione divina acquistano in tale movimento il loro vero significato, entrano a contatto con la Bellezza increata e partecipano della sua luminosità nella lode. Le realtà create vengono introdotte nella dinamica sacramentale e contribuiscono a liberare il mondo dalla schiavitù del contingente perché la presenza cultuale di Cristo è liberazione in atto dell'uomo e purificazione del suo rapporto con tutto ciò che esiste. La componente celebrativa permette alla comunità di orientare su Dio la propria attenzione e di operare un'incessante ricreazione del cosmo, riducendolo alla fonte della sua storia e del suo essere. La liturgia che è essenzialmente celebrazione della fede nella lode e nella supplica, colloca l'uomo in un clima totalmente diverso rispetto al consumismo contemporaneo. Dio non è solo l'inizio della vocazione all'impegno temporale di trasformare il mondo in un inno cosmico, ma anche l'anima e la speranza in vista del portare a compimento il mirabile disegno della creazione redenta. Il sentimento che anima la liturgia è caratterizzato dallo stupore di fronte alle meraviglie divine e introduce i fedeli in un orientamento escatologico. Questo atteggiamento aiuta a leggere il presente in chiave di 'provvisorietà sacramentale', impedisce di 'idolatrare' il creato, stimola a vivere nella pazienza il travaglio della storia in attesa del compiersi della pienezza dei tempi. La liturgia rappresenta perciò la scuola quotidiana per fare proprio il progetto divino sulla storia.

L'anno liturgico
Questa dinamica che qualifica il valore della liturgia in rapporto alle realtà create ha la sua espressione rituale privilegiata nel movimento sacramentale proprio dell'anno liturgico che è il mistero della liturgia vissuto nella temporalità. Infatti l'assenza di sensibilità alla temporalità concreta data dello spazio-tempo con tutta la sua variegata simbologia cosmica ci impedirebbe d'interpretare l'anno liturgico nella sua verità teologica, teologale e antropologica. Nello scorrere dell'anno liturgico Cristo ci chiede di assumere radicalmente la temporalità e la corporalità della nostr a esistenza per vivere in esse questo darsi della SS. Trinità all'umanità che nello Spirito Santo e attraverso il rito credente si lascia trasformare. Nell'ambito dell'anno liturgico il tempo e la ritualità nel loro reciproco intersecarsi costituiscono la struttura essenziale dell'anno liturgico, sono orientati a richiamarsi reciprocamente. Questa ritualità nel caso concreto dell'anno liturgico vive della simbologia della temporalità, del flusso delle stagioni e del divenire del ritmo notte-giorno/oscurità-luce, della dinamica dei colori che il creato offre in modo continuo... Lo scorrere delle bellezze del creato nell'arco dell'anno naturale permette ai fedeli d'innestarsi nell'Origine della loro esistenza e li guida a cogliere le meraviglie dell'incessante e affascinante progetto pasquale del Padre che illumina il creato, rendendolo partecipe delle sue ricchezze e costituendolo suo sacramento per la comunità umana in cammino nel tempo. Questa è l'espressione caratteristica della ritualità dell'anno liturgico. E nella lettura simbolica del succedersi delle diverse stagioni che comprendiamo il darsi si tutto il Mistero nella celebrazione dei diversi misteri. I tesi liturgici, a loro volta, apportano il loro contributo per leggere e vivere in chiave pasquale le diverse celebrazioni dell'anno liturgico. Le celebrazioni dell'avvento, del natale, della quaresima, della pasqua, del tempo pasquale, della pentecoste e della solennità di Cristo Re si collocano nei ritmi propri della natura e ci aiutano a leggere l'accadere dell'evento pasquale della salvezza come concreta e 'visibile' presenza del Cristo che salva l'umanità che cammina nella storia verso la pienezza della gloria. Il movimento rituale che è segnato dagli avvenimenti cosmico-naturalistici dà verità al momento propriamente sacramentale e permette di superare qualsiasi forma soggettivistica e d'illusione religiosa. La natura offre il linguaggio sacramentale per la verità antropologica dell'anno liturgico. La Chiesa s'inserisce nella vita della natura che viene letta in chiave simbolica e assume il ruolo del segno nella comunicazione della salvezza, in modo che i fedeli possano spaziare sull'infinito della SS. Trinità. Il segno cosmico celebrato nel tempo attraverso l'atteggiamento contemplativo, fisso sul Crocefisso glorioso presente e attivo nella celebrazione nella comunità ecclesiale, permette ai fedeli di inoltrarsi negli spazi senza confini della vita divina. Tuttavia occorre ben rimarcare che l'anno liturgico non celebra la natura, ma nel segno cosmico il mistero di Cristo, la sua presenza salvante, la sua potenza di unificare il mondo e l'intera umanità nel suo mistero di morte e di risurrezione in modo di convogliare tutto il mondo in una grande dossologia liberante verso il Padre.

La celebrazione eucaristica
Quello che l'anno liturgico ci offre di ritraduce nella celebrazione eucaristica, nel giorno del Signore e nella liturgia delle Ore che rappresentano i tre 'linguaggi' che fanno vivere sacramentalmente l'anno liturgico. Sullo sfondo del rituale delle primizie dell'antico testamento e del Talmud delle benedizioni e alla luce delle intuizioni di S. Ireneo, Vescovo di Lione, appare chiaro come la celebrazione eucaristica sia l'offerta a Dio che nasce dai frutti della terra perché divengano luogo della sempre attuale fecondità divina e dell'attualità-contemporaneità con la morte-risurrezione di Gesù. Attraverso la celebrazione eucaristica, la creazione, unificata nel mistero pasquale di Cristo e nella potenza dello Spirito Santo, ritorna nella lode al Padre. Nella preghiera eucaristica contempliamo l'unità di tutta la creazione che ascende nell'esultanza verso il Padre. Le realtà create diventano il mezzo attraverso il quale l'uomo contempla lo splendore divino e rende grazie al Padre.

Il giorno del Signore
Il giorno del Signore, a sua volta, che costituisce il centro dell'anno liturgico, ci offre la presenza sacramentale del Risort o che aiuta la comunità cristiana ad illuminare il rapporto che sussiste tra l'evento pasquale e l'intero complesso del creato. Nella celebrazione domenicale il cristiano è chiamato a recuperare il significato della propria vita e della propria attività, a ritrovare l'animazione cristologica del proprio lavoro e a riscoprire la propria funzione sacerdotale nei confronti del cosmo. La componente del riposo assume a tale scopo un grande valore poiché stimola la comunità cristiana a riscoprire la propria vocazione cosmica. La creatura infatti viene aiutata a ritrovare il proprio posto nel creato e a rinverdire la propria vocazione a concreare il mondo in Dio e con Dio a lode della SS. Trinità.

La liturgia delle Ore
La liturgia delle Ore costituisce il terzo luogo per comprendere come l'anno liturgico dia vitalità al cosmo. Specie negli inni, avvertiamo questa sensibilità, oltre che a ciò che la celebrazione dei salmi offre. Se scorriamo i diversi inni che il testo della liturgia delle Ore secondo il rito romano ci offre, troviamo la presenza e il ricordo del mondo naturale con tutte le sue componenti (il mare, la terra, gli astri),le situazioni specifiche dell'orarietà, quali le tematiche della luce e delle tenebre nel simbolismo legato alle diverse parti della giornata. Infatti il mattino e la sera, il meriggio e la notte sono lette in chiave cristologica e storico-salvifica attraverso la ricca simbologia della natura. Nella liturgia delle Ore riscopriamo un intenso progetto sinergetico tra l'opera della SS. Trinità, la vocazione celebrativa della Chiesa e la presenza simbolica della natura. In questa mirabile sintesi avviene la santificazione della Chiesa nell'itinerario della glorificazione divina.

Conclusione
Attraverso l'itinerario dell'anno liturgico riscopriamo il valore delle realtà create come luoghi per la glorificazione di Dio e la santificazione dell'intera umanità