UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Una Nota pastorale a servizio della formazione dei laici

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30 Dicembre 1998

iò il Vangelo che si incarna anche nella vita sociale, è un imperativo per tutti i credenti; a questo guarda la Nota fidando sul annuncio di Gesù "Io sarò con voi sino alla fine del mondo". S. E. mons. Fernando Charrier
1. Il cammino percorso sino ad oggi La Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, con l'approvazione del Consiglio Permanente della CEI ha redatto una "nuova" Nota pastorale sulla formazione all'impegno sociale politico, a complemento e aggiornamento di quella pubblicata nel 1989. Era parso urgente riscriverla in modo aggiornato, sia in risposta alle istanze emerse al Convegno ecclesiale di Palermo, sia come contributo di tutta la Chiesa in questo momento cruciale per la vita dei nostro Paese, sia come aiuto e stimolo alle Comunità cristiane perché si facessero carico di questo importante impegno formativo. La Nota del 1989 era nata - ricordavo in un precedente incontro - a partire da alcuni stimoli presenti in quel momento, e non solo da situazioni ed eventi sociali quanto dalla non "mentalizzazione" di alcune affermazioni del Magistero sociale che creava come conseguenza una distonia tra prassi pastorale e insegnamento sociale cristiano. Ad esempio nella Costituzione conciliare "Gaudium et Spes" (n. 25, 36, 63) si insisteva sull'importanza di una formazione nel sociale; nella Nota pastorale "La Chiesa italiana e le prospettive dei Paese" (1981) si richiamava il dovere di non dare più deleghe in bianco a nessuno nella vita sociale e politica e invitava i cristiani all'impegno in prima persona; nell'enciclica "Sollicitudo rei socialis" dei 1987, si chiariva che la dottrina sociale della Chiesa, in quanto parte della teologia morale, è costitutiva dell'itinerario formativo della Chiesa, e nella "Centesimus annus" si insisteva sulla necessità di una formazione capace di orientare tutta la vita. Questo "retroterra" impegnava tutti ad un cammino formativo al fine di "motivare, a partire dalla Parola di Dio e dalla Dottrina sociale della Chiesa, il senso di un impegno nel sociale e nel politico, nella convinzione di poter contribuire così al rinnovamento della partecipazione democratica e della esperienza istituzionale dei Paese." (Cfr. "La formazione all'impegno sociale e politico", Presentazione) Le Comunità cristiane si fecero carico della costituzione, dove ancora non operavano, di scuole all'impegno sociale e politico. Nella metà degli anni '90 iniziò una crisi delle "scuole", per lo più a causa di mancanza di sbocchi e di possibilità di impegno concreto dei partecipanti. In questo contesto la Commissione Episcopale con la collaborazione dell'Ufficio Nazionale, pubblicò la Nota pastorale "Le comunità cristiane educano al sociale e al politico", documento esso pure "datato" a fronte del rapido cambiamento e delle mutate situazioni socio-politiche e della maturazione nella Comunità cristiana.
2. Una lettura della "nuova" Nota pastorale La Commissione Episcopale ha usufruito per la stesura della Nota, come già affermato, delle esperienze, stando in ascolto, confrontandosi con quanto era in atto e valutando gli errori fatti e le ragioni della stanchezza di cui davano segno le scuole. Si era convinti, come Commissione Episcopale che, di fronte ai cambiamenti della realtà italiana e alla situazione stessa del mondo cattolico così fratturato e frastagliato, fosse indispensabile riprendere con decisione un confronto sui valori che fondano la presenza dei cattolici nella vita sociale e politica di oggi per rilevarne la fedeltà agli orientamenti cristiani e l'efficacia per l'intera società. Il convegno ecclesiale di Palermo aveva da parte sua confermato che la Chiesa deve sempre più qualificarsi nel suo specifico compito di educazione delle coscienze e di punto di riferimento, di luogo di confronto e di sostegno dei laici in ogni sua attività formativa. La nuova Nota si inserisce, inoltre, nel progetto culturale orientato cristianamente della Chiesa italiana; se, infatti, tale progetto " tende a rendere più motivata e incisiva la pastorale ordinaria, stimolandola ad assumere consapevolmente il rapporto tra fede e cultura…" e vuol "dare sostegno ai fedeli laici nel compito loro proprio di esprimere la fecondità della fede nella vita familiare e sociale…", la sintonia con le finalità dell'educazione al sociale e al politico è piena.
3. Un nuovo metodo Bisogna, oggi, partire dalla "base" per l'azione educativa. E questo è stato lo stile per la stesura della Nota pastorale. Ma è anche opportuno iniziare dalla base per educare; così la Nota propone un impegno della Chiesa nella sua quotidiana azione di annuncio e di catechesi. Ci si richiama inoltre al protagonismo dei laici cristiani: ad essi è affidato, anche se non in modo esclusivo, l'impegno nel sociale, come afferma la costituzione Lumen Gentium: "Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" (n. 31). Su questi due orientamenti è bene fare qualche riflessione per acquisire le motivazioni, lo stile e le conseguenze di tale scelta. La formazione attraverso la vita ordinaria della Chiesa tende non tanto a preoccuparsi di formare degli specialisti nel sociale, quanto degli animatori capaci di presentare con chiarezza il risvolto sociale del Vangelo, e di avviare un dialogo e una collaborazione con tutti coloro che condividono gli orientamenti del pensiero sociale cristiano. La "nuova" Nota, quindi, intende prima di tutto riportare all'attenzione delle Chiese l'urgenza e la necessità che venga ripresa con serietà, l'attività di educazione al sociale e al politico con una interazione con il cammino pastorale più ampio, e cioè in stretta collaborazione con l'evangelizzazione d'ambiente, la catechesi, le pastorali dei vari soggetti della Comunità cristiana..., e primariamente inserita nella pastorale sociale e del lavoro. In sintesi la Nota, partendo dalla scelta di una evangelizzazione integrale (non poteva che essere così) richiede che le Chiese locali si facciano carico di una educazione al sociale e al politico sia nella loro pastorale ordinaria, sia nelle situazioni di emergenza, sia in occasione della pubblicazione di documenti riguardanti il Magistero sociale senza dimenticare le vere e proprie "scuole". La Nota è, perciò, quasi un "vademecum", cioè offre le ragioni della necessità di questo impegno e ne indica le tappe, i mezzi, i contenuti e le modalità. Richiedendo una autentica e fattiva testimonianza propone, anche, un accompagnamento di coloro che già operano nel sociale e nel politico, necessità a volte dimenticata con le conseguenze che tutti possono oggi rilevare.
4. Un rinnovato impegno organizzativo La nuova Nota è un aiuto per riorganizzare iniziative in questo campo, valorizzando tutte le occasioni che si presentano. Ci sono diversi itinerari formativi che devono essere affrontati, ma è necessario soprattutto suscitare un itinerario fondamentale che è quello di un'educazione fondata sulla convinzione che fare evangelizzazione nel sociale è oggi un imperativo cui nessuna Chiesa può sottrarsi.. L'obiettivo della nuova Nota è quindi quello di riorganizzare tutte le iniziative, dalle occasioni più semplici di formazione, fino ad arrivare alle Scuole vere e proprie dove vengono educati i formatori che animeranno le comunità. Si vuole fare in modo che la preoccupazione formativa diventi un cammino permanente, cioè un itinerario di tutte le persone che hanno compreso che questa dimensione è, ai tempi nostri, di rilevante importanza. Infine la nuova Nota intende dare fiducia all'impegno politico e sociale con quell'alta "concezione" della politica che non può essere infirmata da nessun errore e da nessun scandalo degli uomini impegnati in politica. Comunque credo che i concetti fondamentali della nuova Nota sono quelli già presenti nel precedente documento, anche se aggiornati alla luce delle nuove sfide e quindi: la dimensione educativa, la centralità della dottrina sociale della Chiesa, l'interazione tra le varie pastorali, la testimonianza. Il Convegno ecclesiale di Palermo ci ha confermato che il Vangelo della carità, perc