UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Terza conferenza dei responsabili per l’ambiente presso le Conferenze episcopali d’Europa. Badin /Slovacchia 17-20 maggio 2001

14 Febbraio 2002

e di posizione, tra cui quella della Commissione degli Episcopali Europei a Bruxelles (COMECE). I delegati della Conferenza episcopale dei Paesi Bassi hanno riferito sul crescente interesse per le questioni etiche (specialmente per la bioetica e l'etica economica), il che offre grandi possibilità per una Chiesa che partecipa alla ricerca di orientamenti sia ascoltando che insegnando. Gli Episcopati di alcuni Paesi hanno pubblicato ultimamente (ad esempio in Slovacchia) o stanno preparando lettere pastorali sulla responsabilità per il creato (come per es. in Italia, Irlanda e nei Paesi Bassi). Gruppi di lavoro, commissioni, centri di informazione e consulenza (per es. in Inghilterra, Belgio, Svizzera, Germania), come pure iniziative per l'educazione ambientale nelle scuole ed a livello pastorale sono di importanza centrale per l'impegno ecclesiale. Manca ancora un compendio dell'etica del creato cristiana legata alle possibilità pratiche di un'azione delle Chiese per lo sviluppo sostenibile. Questo scambio di esperienze, nel quale si percepisce la comunione viva della Chiesa, dev'essere assolutamente continuato ed approfondito attraverso programmi di scambio.
6. Prospettive di lavoro Il lavoro fin qui svolto, proseguirà con una nuova consultazione dei responsabili per l'ambiente delle Conferenze episcopali d'Europa, che si terrà in Italia dal 23 al 26 maggio 2002. Come tema centrale è stato proposto "La responsabilità ambientale in rapporto a lavoro, ricerca, innovazione ed economia".
La documentazione sulle consultazioni fin'ora svolte si può trovare al seguente indirizzo Internet: http://www.kath.ch/ccee/italiano/ambiti/ambiente.htm.
Badin, 20 Maggio 2001

CONSILIUM CONFERENTIARUM EPISCOPORUM EUROPAE (CCEE)
Sekretariat: CH-9000 St. Gallen, Gallusstr. 24, Tel.: ++41/71/22 73-374; Fax 22 73-375; Email: CCEE@Telenet.ch
Conclusioni della terza conferenza dei responsabili per l'ambiente presso le Conferenze episcopali d'Europa sul tema:"Stili di vita cristiani e sviluppo sostenibile" Badin /Slovacchia 17-20 maggio 2001
Oltre 60 delegati di 20 paesi hanno preso parte alla consultazione per i responsabili dell'ambiente convocata dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) che si è svolta a Badin (Slovacchia) dal 17 al 20 Maggio 2001. Questo incontro è inserito nel ciclo di tre consultazioni organizzate dal CCEE (nel 1999 a Celje/Slovenia sui fondamenti teologici ed etici dell'impegno ecologico delle Chiese; a Bad Honnef/Germania, 2000 sulla spiritualità della creazione e le politiche ambientali). Il tema di fondo di quest'anno è stato "Stili di vita cristiani e sviluppo sostenibile". Dalle discussioni - che si sono svolte nell'atmosfera particolarmente accogliente della Slovacchia - sono emerse alcune conclusioni.
1. La sostenibilità come espressione della responsabilità cristiana per il creato E sempre più evidente che la problematica ambientale è una sfida sociale che supera di gran lunga gli aspetti economico-tecnici. In essa si rivela anche una crisi etica e spirituale degli uomini di oggi. Per trovare delle soluzioni è guida ed orientamento il principio della sostenibilità, che esige un legame tra lotta globale alla povertà, compatibilità ecologica ed efficienza economica nello sviluppo sociale. Le Chiese in Europa tengono sempre di più in considerazione questo principio nel loro dialogo con le diverse scienze implicate e cercano di dargli un contenuto specifico, alla luce della fede cristiana e della propria tradizione teologica. Il principio, fin dal suo sorgere, ha radici essenziali nella dottrina sociale cristiana e partendo da questa base necessita di un'ulteriore elaborazione della sua profonda dimensione etica per rispondere alle sfide attuali: lotta alla povertà, che costringe molti paesi altamente indebitati a distruggere i propri patrimoni di risorse naturali; superamento della disoccupazione che in molti paesi d'Europa blocca ogni interesse ad occuparsi delle questioni riguardanti il futuro; ricerca ed innovazione per un utilizzo sobrio delle risorse; creazione di incentivi economici e condizioni quadro per uno sviluppo ecologicamente sostenibile; ricerca di un riequilibrio dei processi di globalizzazione favorendo uno sviluppo regionale sulla base del principio della sussidiarietà; contenimento degli sprechi di molte parti delle società occidentali benestanti attraverso un rinnovamento dei fondamenti spirituali.
2. Testimonianza della visione cristiana della creazione attraverso una prassi di vita rispettosa dell'ambiente Nelle Chiese e nella società non mancano in primo luogo lo studio, la conoscenza teoretica ed i documenti sulla tutela dell'ambiente e la responsabilità per il creato, ma sono ancora limitate le testimonianze credibili nella prassi. Per questo un coerente stile di vita sostenibile dei cristiani ha un ruolo chiave. Il compito della Chiesa non può più limitarsi oggi ad essere "avvocato per il creato", ma deve elaborare progetti e proporre modi di vita alternativi. Esempi incoraggianti al riguardo sono: l'iniziativa dei "bilanci di giustizia" (Italia e Svizzera), il sostegno nei paesi in via sviluppo di metodi produttivi rispettosi sia degli uomini che dell'ambiente (ad esempio nella produzione di caffè, tessili, fiori ecc.), l'iniziativa dell'"economia di comunione", i cosiddetti "fondi o banche etiche" che prevedono investimenti in progetti a sostegno dell'ambiente e dello sviluppo, la gestione ecologica dei terreni e degli edifici di proprietà della Chiesa, contratti quadro per forniture di energia che provenga da fonti rinnovabili, monasteri come luoghi di vita sostenibili. Nella loro varietà, questi piccoli passi sono simboli di speranza donati da Dio. Tutti i cristiani dovrebbero dare testimonianza della loro fede attraverso un coerente stile di vita rispettoso verso il creato.
3. "Gioia per il creato" come elemento di fondo per uno stile di vita sostenibile Un cambiamento degli stili di vita potrà affermarsi e diffondersi ampiamente soltanto se è sostenuto dall'esperienza interiore di "gioia" o "compiacimento" per tutto il creato. Il rispetto per il creato in tutta la sua varietà costituisce la base per una migliore qualità di vita. Una cultura della vita, elemento fondamentale di un'autentica spiritualità cristiana, attingendo alle ricche sorgenti della tradizione e della spiritualità cristiane, può liberare dalle molteplici costrizioni del consumismo. La giornata della creazione, introdotta già in più di dieci Chiese d'Europa attraverso singole iniziative e celebrata in grande varietà di modi, è capace di esprimere e di diffondere in maniera esemplare la gioia per la vita e la gratitudine per il creato. Nella liturgia cristiana diventa palese, che la responsabilità per il creato proviene per i cristiani dal centro della fede e trova sempre nuova forza nella preghiera. La domenica come giorno, in cui si fa memoria del nostro Dio creatore e redentore, contribuisce in maniera determinante ad orientare gli stili di vita cristiana verso la dimensione escatologica della nuova creazione e del nuovo uomo. La domenica ha un'importanza fondamentale per uno stile sostenibile che rispetti i ritmi della creazione e che interrompa il lavoro con tempi dedicati al riposo ed alla gioia per tutto il creato.
4. Disponibilità ad imparare, dialogo e cooperazione Soltanto attraverso la disponibilità ad imparare, il dialogo e la collaborazione con le altre Chiese e comunità ecclesiali cristiane, le altre religioni, i gruppi sociali e le istituzioni statali la Chiesa potrà acquisire la necessaria competenza ed efficienza nel dare risposte alle sfide complesse derivanti dalla sostenib ilità. La Charta Oecumenica firmata il 22 aprile 2001 a Strasburgo, nella quale le Chiese si sono impegnate espressamente per uno stile di vita sostenibile, costituisce una base per la necessaria "coalizione" delle forze su base ecumenica in questo grande compito. I processi dell'Agenda 21, ai quali in alcuni paesi europei partecipano già numerosi gruppi ecclesiali, offrono buone possibilità per una collaborazione con le altre forze sociali. I cristiani dovrebbero cercare attivamente anche il dialogo con chi ha responsabilità di prendere decisioni nel campo politico, economico e culturale. La Chiesa come comunità universale si impegna per la solidarietà internazionale, chiave per uno sviluppo sostenibile. La salvaguardia e la riscoperta dell'identità culturale d'Europa sono possibili soltanto se in questo processo si coinvolgono anche gli stati dell'Europa centrale ed orientale, con la prospettiva etica del rispetto incondizionato della dignità di ogni persona e della sostenibilità.
5. Scambio di esperienze Un punto focale della consultazione è stato lo scambio di esperienze fra i diversi Paesi d'Europa sulla situazione dell'ambiente e sulle iniziative delle rispettive Conferenze episcopali. E ancora troppo poco nota la drammatica situazione dello stato di salute delle popolazioni nell'Ucraina e nella Bielorussia che hanno subito gravi danni genetici a causa ed in seguito alla catastrofe di Cernobyl. Ma destano anche preoccupazione l'incremento del traffico su strada e le strategie non sostenibili nello sviluppo delle comunicazioni viarie in alcuni Paesi dell'Europa centrale ed orientale. Alcune Chiese, attraverso l'esercizio di una pressione politica (lobby), - ad esempio attraverso la partecipazione a petizioni per il clima - hanno richiamato l'attenzione sulla paralisi irresponsabile generata da iniziative nazionali ed internazionali circa il clima. Riguardo alla profonda crisi dell'agricoltura ci sono state diverse pres