UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Solidarietà e lavoro, per una scelta di sviluppo coerente”

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21 Marzo 2000

1. La solidarietà
Con parole che paiono avere del paradossale, così ci introduce nel tema don Mazzolari: "Siamo intelligentissimi nello scoprire le altrui responsabilità e così generosi nel distribuirle, che non ce ne avanziamo una briciola, per cui ne viene che il nostro cuore è sempre traboccante di amarezza e di sdegno verso gli altri, che consideriamo predoni della nostra felicità. Se, come è mio preciso dovere, sentissi la mia colpevolezza in tutto quello che avviene di tristo in me, nella mia famiglia, nel mio impegno, nella mia fabbrica, nel mio paese, nella mia patria, nel mondo intero; se io ne soffrissi come di una cosa che mi appartiene perché conseguenza del mio fare e del mio non fare, allora questo mio povero cuore traboccherebbe di un amore tenero, compassionevole, insaziabile. Bisogna sentirsi colpevoli per amare e redimere". Alla luce di queste parole, mi pare, che i termini proposti alla riflessione di questa comunicazione, cioè "solidarietà, lavoro e sviluppo", siano una tradizione logica e coerente della fraternità universale fondata, per il credente, sull'imitazione del Padre celeste "che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti" ; così si esprimeva Giovanni Paolo II al riguardo: "Abbiate cura, anzitutto, nella vostra azione pastorale, per quanti ancora soffrono a causa della pesantezza e della insalubrità del loro lavoro, della insicurezza della loro occupazione, della disoccupazione e della sottoccupazione, della insufficiente retribuzione... ". Ma ancor più nella Nota pastorale La Chiesa italiana e le prospettive del Paese...

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