UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sintesi del Rapporto mondiale sull’occupazione 1998-99

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25 Febbraio 1999

on quelle dei paesi portanti dell'Unione europea". L'ILO teme anche un altro rischio: quello della deflazione, in quanto "se la stabilità dei prezzi viene sopravvalutata e gli investimenti delle aziende rallentano, si renderanno necessarie quelle misure di reflazione ventilate durante il vertice dei G8, tenutosi a maggio 1998.International Labour Office - ILO
Secondo l'ultimo Rapporto mondiale sull'occupazione pubblicato a Ginevra dall'International Labour Office, il numero di lavoratori disoccupati e sottoccupati nel mondo non è mai stato così alto come ora ed è destinato ad aumentare di milioni entro la fine dell'anno. Del rapporto si fornisce una sintesi, rinviando, per il testo integrale, al file allegato. Secondo le stime dell'ILO, circa 60 milioni di giovani in tutto il mondo, in età compresa fra i 15 e 24 anni, sono in cerca di un lavoro e in molti paesi OCSE il tasso di disoccupazione è pari al 20per cento. I lavoratori anziani e le donne che perdono il lavoro sono le categorie più a rischio di rimanere disoccupate per un periodo più lungo. Ugualmente, rispetto ai lavoratori in generale, è più probabile che siano i lavoratori in mobilità delle industrie in corso di chiusura, nonché i lavoratori portatori di handicap a ingrossare le file dei disoccupati di lungo termine. Secondo il Rapporto, al fine di migliorare l'occupazionalità dei disoccupati di lungo termine, la combinazione di misure di mutuo sostegno è molto più efficace dei programmi "isolati". Negli ultimi 20 anni, la presenza delle donne nella forza lavoro emergente è stata preponderante sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo. Il Rapporto ILO sostiene che la maggioranza dei nuovi posti di lavoro nei paesi in via di sviluppo sia stata creata nei settori informali che, secondo le stime dell'ILO, danno lavoro a circa 500 milioni di persone. La mancanza di sviluppo occupazionale adeguato nei settori economici formali, nonché la mancanza di specializzazione di gran parte della forza lavoro hanno causato lo sviluppo dei settori informali, dove la maggior parte dei lavoratori è sottopagata e si trova a lavorare in condizioni misere e prive di regole. Il Rapporto ILO presenta vari approcci alla formazione professionale nel mondo, tenendo ben presenti i vantaggi le debolezze di ogni singolo sistema. Inoltre, ha realizzato un programma per migliorare l'efficienza e la gestione dei sistemi di formazione a livello mondiale, al fine di ottenere gli standard qualitativi necessari in un mondo ormai altamente competitivo. L'ILO prevede che, entro la fine del 1998, circa un miliardo di lavoratori, vale a dire un terzo della forza lavoro mondiale, si troverà disoccupato o sottoccupato; il numero delle persone che di fatto si trovano senza lavoro, cioè che lo cercano senza riuscire a trovarlo o che comunque sono disponibili a un'occupazione, raggiungerà circa i 150 milioni entro la fine di quest'anno. Analizzate secondo le grandi regioni del pianeta, le tendenze sono generalmente negative. La globalizzazione e il progresso tecnologico si sono dimostrati un'arma a doppio taglio. Da un lato, queste nuove spinte economiche forniscono nuove opportunità di crescita economica e di ampliamento dell'occupazione; "esse costituiscono grandi passi verso la liberalizzazione del mercato, la rimozione delle frontiere non doganali ed il livellamento dei tassi delle tariffe daziarie, una maggior libertà di circolazione di capitale attraverso i confini nazionali, nonché verso quei progressi nel campo della comunicazione che hanno trasformato il mondo in un mercato globale", dice il Rapporto. Eppure "la globalizzazione presenta anche nuove sfide che sono comuni a tutti i paesi. L'aumento di competitività e la trasformazione economica che derivano dalla combinazione dell'integrazione economica globale con il progresso tecnologico possono causare instabilità e difficoltà nel mantenimento dei tassi fissi delle valute mondiali". Anche se una maggior trasparenza dei prezzi stabiliti secondo una moneta comune, da introdurre nel 2002, potrebbe stimolare la competitività e l'efficienza, nonché aumentare l'occupazione", l'ILO teme che "la politica della Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe avere ripercussioni negative sugli Stati membri le cui economie non siano sintonizzate c

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