UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scheda 6. In difesa della qualità del prodotto e del lavoro di qualità

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10 Febbraio 2000

per il proprio settore (o il sostegno di iniziative di questo tipo già esistenti).

- L'impostazione e lo sviluppo da parte di imprenditori tra di loro associati, di programmi di "educazione alla qualità" per i propri dipendenti (per esempio per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali) e per la propria clientela (per esempio per la diffusione di una corretta alimentazione e/o di un corretto uso dei beni strumentali, ecc.)

4. Invito alla preghiera
O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
(Salmo 8) Obiettivo
A fronte dei gravi fenomeni che stanno investendo la realtà dell'impresa e della produzione (inquinamenti, cattivi prodotti, incidenti sul lavoro), riflettere sull'importanza del valore della vita di qualità, come premessa indispensabile per ogni attività produttiva e per un autentico sviluppo a misura d'uomo e nel rispetto del creato.
1. Per avviare la riflessione: alcuni flash sulle situazioni e sulle idee correnti.
Oggi, molto più che in passato, il mondo della "produzione" è terreno di un dibattito serrato, ma anche di contraddizioni, a volte clamorose, riguardanti la "qualità", dei prodotti e allo stesso tempo dei processi produttivi. Da un lato infatti è fortemente cresciuta nella coscienza civile, la richiesta che i "prodotti" immessi sul mercato siano effettivamente rispondenti alle caratteristiche positive reclamizzate che non inducano effetti collaterali negativi sull'utente e, più generalmente, sull'ambiente che per essi il rapporto prezzo/prestazione sia adeguato ecc. D'altro lato è parallelamente cresciuta la richiesta che i "processi produttivi" in quanto tali non inducano effetti inquinanti o destabilizzanti sull'ambiente circostante, che non risultino pericolosi o nocivi per i lavoratori addetti alla produzione, ma anche, più in profondità, che siano tali da favorire la loro autorealizzazione e la loro crescita umana, ecc. Potenti strumenti di pressione popolare collettiva hanno sostenuto, soprattutto negli ultimi decenni, e tuttora sostengono queste richieste: i sindacati dei lavoratori, i movimenti ecologisti, i movimenti per la difesa dei consumatori, ecc. E, come effetto di queste pressioni collettive, a livello dei vari Stati e poi anche a livello internazionale, si sono moltiplicate le iniziative istituzionali ed ha progressivamente preso corpo un articolato complesso di normative vincolanti, a tutela della salute e della salute dei lavoratori, a tutela dell'ambiente, a tutela degli utenti dei prodotti commercia lizzati e, in generale, per la certificazione della "qualità" complessiva delle attività produttive. Ma, paradossalmente, la scena del nostro Paese e degli altri Paesi cosiddetti sviluppati, è tuttora quasi quotidianamente segnata dalla scoperta di clamorose, e talora drammatiche, smentite a queste richieste di qualità. Basti pensare allo stillicidio, inarrestato, degli incidenti sul lavoro ed alla persistenza di vari tipi di malattie professionali, ma anche ai vari recenti "scandali" riguardanti la nocività di vari tipi di prodotti anche molto famosi ed agli eventi, che non cessano di ripetersi, di inquinamento ambientale, anche grave, indotto da particolari attività produttive. E nel cosiddetto "terzo mondo", com'è noto, la più parte di questi inconvenienti si presenta con frequenza e con livelli di gravità ancora maggiori. L'esperienza insegna che è molto difficile fare osservare le norme di sicurezza; spesso, infatti, vengono sentite come eccessive, come un freno o come un problema che riguarda altri. Esiste inoltre, soprattutto in campo ecologico, il problema dei costi: perché l'azienda possa continuare il suo ciclo occorre da parte di tutti i soggetti coinvolti una piccola rinuncia in favore degli investimenti ecologici. * domande per la discussione e il confronto - Quali sembrano essere le ragioni che principalmente hanno prodotto l'evoluzione dell'opinione pubblica in senso garantista e ne hanno aumentato le capacità di pressione sul sistema produttivo ed istituzionale? Quale giudizio può essere dato di queste ragioni? - Quali sembrano essere le ragioni principali dei ritardi nell'adozione generalizzata, nelle attività produttive, di standard di qualità adeguati, sia per quanto riguarda i prodotti, sia per quanto riguarda i processi? Quale giudizio può essere dato di queste ragioni?
- Quali sono le cause del grave fenomeno degli incidenti sul lavoro che incidono così pesantemente nel mondo del lavoro del nostro Paese (tre morti al giorno)?

2. Le provocazioni della Parola di Dio e dell'insegnamento della Chiesa sulle situazioni e sulle idee.
a) dalla Parola di Dio
"Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere dal suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiamava Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'onice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate. Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti."". (Gen 2,4-17) Il testo mostra che la Creazione, cioè la natura come riserva di specifiche risorse e come assetto complessivo, contiene intrinsecamente e, nelle sue manifestazioni, esprime un "progetto" di cui Dio, non l'uomo, è autore e signore (all'uomo è detto infatti "non mangerai dell'albero della conoscenza del bene e del male"); un pr ogetto del quale tuttavia l'uomo, specificamente, è chiamato ad attivare progressivamente le potenzialità latenti (cioè a "coltivarle"), assecondandone la vocazione (cioè "custodendola"). "E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini si pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e s tutti i rettili che strisciano sulla terra". Dio Creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è s tutta la terra e ogni albero in ci è frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde." E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno". (Gen 1,26-31)
Il testo mostra che l'emersione e l'affermazione del fenomeno "uomo" sembra costituire la finalizzazione ultima e radicale del complessivo progetto di Dio sulla creazione. L'uomo è infatti la realtà ("molto buona") generata nell'ultimo giorno dell'attività creativa e, per ciò, in qualche modo complimento della stessa; l'uomo è l'essere a cui primariamente è destinato l'uso delle risorse del creato ("vi do ogni erba che produce seme sulla terra ed ogni albero di cui è frutto, che produce seme: saranno vostro cibo"); il solo a cui è esplicitamente viene conosciuto un diritto a relazioni interpersonali gratificanti e creative ("maschio e femmina lo creò", affinché non fosse solo e potesse ricevere aiuto da uno suo simile - Gen. 2.18); il solo dotato di autocoscienza e per questo "somigliante a Dio". La vocazione dell'uomo, di ogni uo mo, nella creazione è quindi quella di essere, al tempo stesso, in certo modo "soggetto" (cioè partecipe responsabile dell'azione creativa di Dio attraverso l'elaborazione delle potenzialità del mondo) e "oggetto" (cioè titolare di un diritto primario alla vita, alla crescita, all'autorealizzazione personale).
* altri brani per l'approfondimento
b) Dal Magistero della Chiesa - sul tema della "qualità del prodotto" nei processi produttivi
Centesimus annus, 37
"Del pari preoccupante, accanto al problema del consumismo e con esso strettamente connessa, è la questione ecologica. L'uomo, preso dal desiderio di avere e di godere, più che di essere e di crescere, consuma in maniera eccessiva e disordinata le risorse della terra e la sua stessa vita. Alla radice dell'insensata distruzione dell'ambiente naturale c'è un errore antropologico, purtroppo diffuso nel nostro tempo. L'uomo, che scopre la sua capacità di trasformare e, in un certo senso, di creare il mondo col proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio. Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore datale da Dio, che l'uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere Il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui. Si avverte in ciò, prima di tutto, una povertà o meschinità dello sguardo dell'uomo, animato dal desiderio di possedere le cose anziché di riferirle alla verità, e privo di quell'atteggiamento disinteressato, gratuito, estetico che nasce dallo stupore per l'essere e per la bellezza, il quale fa leggere nelle cose visibili il messaggio del Dio invisibile che le ha create. Al riguardo, l'umanità di oggi deve essere consci a dei suoi doveri e compiti verso le generazioni future".
- nei confronti degli addetti ai processi Laborem exercens, 12
"Resta chiaro ovviamente che ogni uomo, che partecipa al processo di produzione, anche nel caso che esegua solo quel tipo di lavoro, per il quale non sono necessari una particolare istruzione e speciali qualificazioni, e tuttavia in questo processo di produzione il vero soggetto efficiente, mentre l'insieme degli strumenti, anche il più perfetto in se stesso è solo ed esclusivamente strumento subordinato al lavoro dell'uomo. Questa verità, che appartiene al patrimonio stabile della dottrina della Chiesa, deve esser sempre sottolineata in relazione al problema del sistema di lavoro, ed anche di tutto il sistema socio-economico. Bisogna sottolineare e mettere in risalto il primato dell'uomo nel processo di produzione, il primato dell'uomo di fronte alle cose. Tutti ciò che e contenuto nel concetto di "capitale" - in senso ristretto - è solamente un insieme di cose. L'uomo come soggetto del lavoro, ed indipendentemente dal lavoro che compie, l'uomo, egli solo, è una persona. Questa verità contiene in sé conseguenze importanti e decisive".
* altri brani del magistero che si possono consultare
Gaudium et spes, 67 Centesimus annus, 36, 38 Sollicitudo rei socialis, 29 Laborem exercens, 13-15

3. Per stimolare deduzioni operative coerenti: alcuni spunti per l'azione. Due idee per l'attivazione di "azioni" volte a migliorare concretamente le situazioni di "qualità" in atto, alla luce della Parola di Dio e del Magistero Ecclesiale e delle domande di "qualità" emergenti dalla coscienza collettiva, potrebbero essere:
- l'attivazione, da parte di gruppi di imprenditori di determinanti settori produttivi, di "associazioni per la qualità" aventi come scopo la promozione e il controllo di attuazione di norme di qualità, sui processi e sui prodotti, utili