UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scheda 4 – Al di là delle Bassanini? Dalle leggi alla legge evangelica

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23 Novembre 1999

dunatori attorno a te. Non intorno ai nostri progetti. Dacci la forza, Signore, di sentirc i solidali col mondo, e di obbedire soprattutto alle esigenze delle anime anziché alle esigenze dei progetti. Facci essere ministri della gente, più che ministri delle programmazioni intese in se stesse. Facci essere soprattutto i servitori degli ultimi, dei poveri.
(D. Tonino Bello)
Obiettivo della scheda
Considerare quanto lo stile del servizio, ai cittadini e alle istituzioni, sia realmente incarnato, al di là di sterili slogan per un servizio ai cittadini e alle istituzioni, quanto si fonda su una conoscenza qualificata e su una formazione personale che supera le semplici disposizioni legislative per aprirsi alla logica della solidarietà verso i più poveri.
1. Interroghiamo l'esperienza
Lucia è una giovane ragazza affetta da sindrome Down. Il 1999 è per lei un anno importante perché lascerà la scuola media inferiore ed inizierà la frequenza di un istituto di istruzione secondaria. I suoi genitori, pur consapevoli dei limiti determinati dalla malattia, nel corso degli anni hanno favorito e perseguito tutte le occasioni che potessero consentire l'acquisizione del massimo grado di autonomia possibile. Lucia, oggi all'età di diciotto anni, legge e scrive anche usando il computer, riesce ad acquistare beni ed oggetti, in quanto conosce il valore del denaro e grazie ad una formazione specifica riesce, non solo a pesare gli ingredienti di un dolce, ma anche a prepararlo. L'invito, quindi, dell'équipe psico-medico-pedagogica è che la giovane prosegua la frequenza scolastica presso un Istituto Alberghiero. Proprio questa scelta che testimonia l'impegno di quanti spendono energie per la reale integrazione delle persone disabili, diventa invece motivo d'inciampo. L'Istituto Alberghiero è sito in un comune limitrofo a quello nel quale risiede la giovane, ad essere precisi, forse dista appena un centinaio di metri dal confine territoriale. Come raggiungere la sede, con quale mezzo di trasporto? La nota legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, la n. 104, stabilisce che i Comuni, le Province, le Unità Sanitarie Locali, con proprie risorse di bilancio devono garantire il diritto all'integrazione sociale e scolastica assicurando la fruibilità di mezzi di trasporto pubblico e privato anc he mediante l'organizzazione di servizi di trasporto specifici. Dopo aver acquisito le prime informazioni presso la scuola dell'obbligo, la famiglia avvia la ricerca per la soluzione del problema. Nella sequenza le risposte a cui pervengono sono: - l'Azienda Sanitaria provvede al trasporto dei disabili, unicamente, per il raggiungimento dei servizi di riabilitazione; - il Comune provvede al trasporto disabili esclusivamente nell'ambito del territorio di competenza; - la Provincia, pur avendo siglato un accordo di programma interistituzionale, con il quale assumeva l'onere di garantire il trasporto scolastico extraurbano, non ha mai recepito tale atto con i necessari adempimenti amministrativi. La famiglia, scoraggiata, è ormai propensa ad iscrivere la giovane presso un Istituto sito nei pressi dell'abitazione, vanificando però, in tal modo, tutto il programma educativo avviato nella precedente scuola. Come ultimo tentativo, interessa la locale Prefettura. Dopo aver verificato i limiti degli interventi realizzati dalle amministrazioni interessate, decide di parlare con i responsabili dei rispettivi servizi: non sarà possibile organizzare una conferenza di servizi in tempi brevi o deliberare nuovi atti amministrativi, ma ci sarà pur un modo per superare gli ostacoli. Grazie ad una serie di colloqui con le persone incaricate, dopo aver vagliato varie ipotesi, si individua la temporanea soluzione: si chiederà alle amministrazioni comunali interessate, l'una perché sede dell'Istituto scolastico e l'altra in quanto luogo di residenza della giovane, di far conciliare gli orari dei rispettivi servizi di trasporto scolastico e quindi con un sistema che assomiglia al "passaggio di staffetta" consentire il raggiungimento dell'agognata sede scolastica. La problematica deve, senza dubbio, essere affrontata in termini radicali, tuttavia Lucia doveva effettuare l'iscrizione presso l'Istituto e tale adempimento non può attendere i tempi di un intervento che affronti la tema tica in senso generale.
Domande per la discussione e il confronto
1. La PA, è anzitutto al servizio del cittadino. Cosa significa questa affermazione per ogni dipendente? 2. Fatiche e gioie, certezze e dubbi del nostro stile di servizio: confrontiamoci! 3. La PA è anche servizio allo Stato: quali sono i valori e la prassi a cui ispirare tale servizio? 4. I colleghi che incontro, le relazioni che instauro possono aiutarmi a rendere un servizio più vicino ai bisogni della gente? 5. Come risolvere gli eventuali conflitti tra carenza legislativa e bisogno dell'utente?
2. Leggere la vita alla luce della Parola di Dio e dell'insegnamento della Chiesa
a) dalla Parola di Dio: Lc 10, 25-37
"Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato n ei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso"".
L'evangelista Luca pone la parabola del buon samaritano in un contesto conflittuale. Un dottore della legge si alza e si rivolge a Gesù "per metterlo alla prova". Tra i due si svolge un dialogo serrato con domande e controdomande. Due, da parte del dottore della legge, due, da parte di Gesù, il quale invita l'interlocutore ad uscire dal campo della disputa sterile e della casistica e ad agire a favore del prossimo. Il dottore della legge sa cosa deve fare, perché conosce i comandamenti di Dio, ma vuole cavillare sulla nozione di prossimo: chi è il mio prossimo? Gesù risponde con una parabola che fluisce aspra e soave come i tornanti nel deserto tra Gerusalemme e Gerico. Un uomo percorre quella strada pericolosa e incappa nei briganti che lo derubano e lo percuotono selvaggiamente, lasciandolo morente sul ciglio della strada. Per caso, un sacerdote e poco dopo un levita passano per quella strada, vedono l'uomo riverso in una pozza di sangue, si tirano sul lato opposto e vanno avanti. C'è un'intenzione polemica nella scelta dei due viandanti. Essi sono persone religiose impegnati a conservare la personale purezza cultuale, non vogliono toccare il sangue per non contaminarsi e, perciò, non si prendono cura del moribondo. Gesù polemizza con i rappresentati del culto ufficiale che mostrano con il loro comportamento di non conoscere il "vero culto", quello insegnato dai profeti con parole ispirate da Dio: "ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendente la causa della vedova" (Is 1, 11-17; 58, 1-7; Am 5, 21-24). Infine passa un samaritano che "prova" compassione per l'uomo ferito e si prende cura di lui. Raccontata la parabola, Gesù inverte la domanda iniziale sul prossimo, formulandola a partire dall'uomo morente sulla strada: chi dei tre si è fatto prossimo per lui? Anche questa volta il dottore della legge risponde correttamente: chi ha avuto compassione di lui. E Gesù gli dice: "Va' e anche tu fa lo stesso". L'invito di Gesù vale per ognuno di noi. Dinanzi ad ogni uomo bisognoso ci sono sempre due possibilità: una di esimersi, allegando l'esistenza di leggi e regolamenti che ci impediscono di intervenire e di risolvere; l'altra di impegnarci, anche pagando qualche prezzo personale, per servire l'utenza e per soccorrere quelli che vivono ai margini, i senza diritti, gli ultimi e gli esclusi della società. Dinanzi ad ognuno di loro dobbiamo chiederci: io voglio essere il "prossimo buono" per lui?
Altri brani per l'approfondimento:
Mc 10, 41-45: i capi devono servire. Mt 5, 20-48: la nuova giustizia superioe all'antica. Lc 17, 7-10: servire con umiltà.
b) dal magistero della Chiesa:
Christifideles laici, 41 "Si dà interdipendenza e reciprocità tra persona e società: tutto ciò che viene compiuto a favore della persona è anche un servizio reso alla società, e tutto ciò che viene compiuto a favore della società si risolve a beneficio della persona. Per questo l'impegno apostolico dei fedeli laici nell'ordine temporale riveste sempre e in modo inscindibile il significato del servizio all'uomo singolo nella sua unicità e irripetibilità e il significato del servizio a tutti gli uomini (…). Il servizio alla società si esprime e si realizza in diversissime modalità: da quelle libere e informali a quelle istituzionali, dall'aiuto dato ai singoli a quello rivolto a vari gruppi e comunità di persone. Tutta la Chiesa come tale è direttamente chiamata al servizio della carità: "La santa Chiesa, come nelle sue origini unendo l'agape con la cena eucaristica si manifestava tutta unita nel vincolo della carità attorno a Cristo, così, in ogni tempo, si riconosce da questo contrassegno della carità e, mentre gode delle iniziative altrui, rivendica le opere di carità come suo dovere e diritto inalienabile. Perciò la misericordia verso i poveri e gli infermi come pure le cosiddette opere caritative e di mutuo aiuto, destinate ad alleviare le necessità umane di ogni genere, sono tenute dalla Chiesa in particolare onore" (Apostolicam actuositatem, 8). La carità verso il prossimo, nelle forme antiche e sempre nuove delle opere di misericordia corporale e spirituale, rappresenta il contenuto più immediato, comune e abituale di quell'animazione cristiana dell'ordine temporale che costituisce l'impegno specifico dei fedeli laici. Con la carità verso il prossimo i fedeli laici vivono e manifestano la loro partecipazione alla regalità di Gesù Cristo, al potere cioè del Figlio dell'uomo che "non è venuto per essere servito, ma per servire" (Mc 10, 45): essi vivono e manifestano tale regalità nel modo più semplice, possibile a tutti e sempre, ed insieme nel modo più esaltante, perché la carità è il più alto dono che lo Spirito offre per l'edificazione della Chiesa (cf 1 Cor 13, 13) e per il bene dell'umanità. La carità, infatti, anima e sostiene un'operosa solidarietà attenta alla totalità dei bisogni dell'essere umano. Una simile carità, attuata non solo dai singoli ma anche in modo solidale dai gruppi e dalle comunità, è e sarà sempre necessaria: niente e nessuno la può e la potrà sostituire, neppure le molteplici istituzioni e iniziative pubbliche, che pure si sforzano di dare risposta ai bisogni - spesso oggi così gravi e diffusi - d'una popolazione. Paradossalmente tale carità si fa più necessaria quanto più le istituzioni, diventando complesse nell'organizzazione e pretendendo di gestire ogni spazio disponibile, finiscono per essere rovinate dal funzionalismo impersonale, dall'esagerata burocrazia, dagli ingiusti interessi privati, dal disimpegno facile e generalizzato. Proprio in questo contesto continuano a sorgere e a diffondersi, in particolare nelle società organizzate, varie forme di volontariato che si esprimono in una molteplicità di servizi e di opere. Se vissuto nella sua verità di servizio disinteressato al bene delle pe rsone, specialmente le più bisognose e le più dimenticate dagli stessi servizi sociali, il volontariato deve dirsi un'espressione importante di apostolato, nel quale i fedeli laici, uomini e donne, hanno un ruolo di primo piano".
Altri brani del magistero che si possono consultare:
Gaudium et spes, 28. 31. 42. Centesimus annus, 57-58. La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, 32-33. Con il dono della carità dentro la storia, 19-20.
3. Spunti per la conversione
1. Ricercare forme di servizio che possano dare dignità al lavoratore e al cittadino. 2. Come maturare un atteggiamento di servizio come disponibilità a comprendere, a promuovere il bene di tutti, ad avere pazienza, a dialogare… 3. Come sviluppare un'attenzione particolare ai poveri e agli ultimi, senza cadere in forme di assistenzialismo? 4. Come la vita spirituale può aiutare a vivere la dimensione di servizio sul lavoro (ritiri, momenti di preghiera, catechesi…)? 5. In che modo l'esperienza di gruppo e la riflessione che stiamo facendo può essere di aiuto per vivere pienamente e in modo responsabile e soddisfacente il tuo lavoro?
4. Invito alla preghiera
Signore, insegnaci ad essere solidali
Dacci Signore, il senso della solidarietà, della comunione nel lavoro. Facci provare la gioia di constatare che le cose vanno bene ai nostri fratelli che lavorano. Facci essere contenti quando esperimentiamo che gli altri sono contenti. Togli dalla nostra sensibilità ogni spunto di gelosia, di invidia. Strappa da noi questi residui di concorrenzialismo, queste smanie di primato. Fa' che il nostro sguardo non si blocchi all'interno del perimetro della Chiesa, altrimenti tradiremmo la missione per la quale ci hai chiamati. Tu, che dal Padre tuo sei stato mandato a riunificare, a ricapitolare gli esseri del cielo, della terra e di sotto terra, fa' che anche noi possiamo essere dei ra