UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Scheda 3 – A che serve tanta fatica?

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15 Dicembre 1999

icerca di una soluzione ai principali problemi del nos tro tempo". (Gaudium et Spes, 10).
Altri brani per l'approfondimento
Laborem exercens, 27
3 SPUNTI PER LA CONVERSIONE - Quali domande ti fa sorgere questa parabola? - Cosa vuol dire "arricchire davanti a Dio" nella nostra vita e nel nostro lavoro? - Qual è la ricchezza vera verso la quale il Signore desidera indirizzare la nostra ricerca e la nostra attenzione? - Come possiamo aiutarci per cercare sempre, nel turbinio della vita, ciò che conta e resta? - Che atteggiamenti occorre coltivare perché questo sia possibile? Che scelte occorre fare?
4 INVITO ALLA PREGHIERA Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza. Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i propri nemici. (Salmo 127)
Obiettivo: Il lavoro, con il suo carico di fatica e di preoccupazioni, pone all'uomo degli interrogativi radicali, che aprono alla scoperta del senso vero del vivere e della feconda gratuità della fede.
1 INTERROGHIAMO L'ESPERIENZA Luigi è un uomo che "si è fatto da solo". Ha cominciato a lavorare come falegname da piccolo, nella bottega del padre, e poi ha continuato l'attività. Questo lavoro gli è costato molti sacrifici, spesso ha lavorato fino a notte fonda. Oggi ha raggiunto un certo benessere per sé e la propria famiglia. Ha un solo rimpianto: il lavoro l'ha espropriato del tempo più prezioso, quello per la famiglia, gli affetti, l'amicizia. Ora che i figli sono diventati grandi li sente lontani e talvolta li guarda con nostalgia: solo che avesse avuto qualche minuto in più da condividere con loro… Anche con la moglie i tempi di silenzio sono spesso prolungati, come se non si avesse più nulla da dirsi. Ed allora affiora una domanda: ma ne valeva veramente la pena?
- Ti sei mai trovato nelle condizioni sopra raccontate? - Quali sono le domande che affiorano nel tuo cuore di fronte al correre incessante della vita? - Ci sono dei fatti o delle circostanze che fanno emergere in modo particolare queste domande?
2 LEGGERE LA VITA ALLA LUCE DELLA PAROLA DI DIO E DELL'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA
A) DALLA PAROLA DI DIO
"Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio"" (Lc 12, 16-21).
- La parabola colpisce per la sua durezza e sembra voler annullare il senso ed il valore di ogni fatica e di ogni sforzo. Se non ci fosse il desiderio di progredire non ci sarebbe futuro.
- Gesù vuole invece mettere i guardia dal lavoro fine a se stesso, dal lavoro in vista dell'accumulo, un lavoro che se da una parte vede ingrandirsi i magazzini, dall'altra depaupera dell'umanità e della capacità dell'incontro con gli altri.
- L'interrogativo che Gesù vuole porre alla nostra attenzione è contenuto nelle ultime parole: "Così è di chi accumula tesori per sé e non arricchisce davanti a Dio". Accumulare tesori per sé, pensare di garantirsi la vita contro ogni pericolo, pensare di garantirsi il futuro mediante l'accumulo, è per Gesù segno d stoltezza, di incapacità a guardare a fondo nella propria vita, di cercare l'essenziale.
- Non c'è perciò, nella parabola, nessun atteggiamento di condanna verso l'impegno e la fatica dell'uomo, nei confronti del suo desiderio di progredire, quanto la volontà di porre nel cuore stesso della nostra vita le questione vere, di indirizzare le domande nella giusta direzione, che spesso il correre affannoso rischia di far dimenticare.
Altri brani per l'approfondimento
Qo 5, 9-19: che senso ha la fatica dell'uomo? Lc 16, 19-30: arricchire davanti a Dio Gc 5, 1-6
B) DAL MAGISTERO DELLA CHIESA
"In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo. E' proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall'altra parte si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, e costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di raro fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e cosi gravi discordie nella società. Certamente moltissimi, che vivono in un materialismo pratico, sono lungi dall'avere la chiara percezione di questo dramma, o per lo meno, se sono oppressi dalla miseria, non hanno modo di rifletterci. Molti credono di trovare pace in una interpretazione della realtà proposta in assai differenti maniere. Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione della umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i desideri del loro cuore. Né manca chi, disperando di dare uno scopo alla vita, loda 1'audacia di quanti, stimando vuota di ogni senso proprio 1'esistenza umana, si sforzano di darne una spiegazione completa solo col proprio ingegno. Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali: cos'è l'uomo? Qual e il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a cosi caro prezzo raggiunte? Che reca l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita? Ecco, la chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, da all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l'uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi . Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la chiesa afferma che al di sotto di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli. Così nella luce di Cristo, immagine del Dio invisibile, primogenito di tutte le creature, il concilio intende rivolgersi a tutti per illustrare il mistero dell'uomo e per cooperare nella r