iblici sulle "strutture di peccato" presenti nel mondo del lavoro di allora e di estrema attualità anche nel mondo del lavoro di oggi.
Vedere
* Viviamo in un mondo in cui tutte le cose cambiano a ritmi vertiginosi. Anche il lavoro cambia perché è strettamente collegato all'evoluzione della tecnica ed all'introduzione di nuove tecnologie nei processi produttivi. Prova a descrivere i cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni nel tuo reparto, nel tuo ufficio, nel tuo posto di lavoro. L'introduzione di nuove "macchine" quali problemi ha provocato? Come hanno reagito i lavoratori? * Non si lavora solo con le "macchine". Anche la società tecnologica non può fare a meno delle persone. Il lavoro si compie sempre tramite le persone: mette in comunicazione mansioni, professionalità, categorie diverse... Il lavoro è ancora un ambito che unisce le persone. Come mai oggi però la solidarietà è più difficile ed il lavoro tende a dividere più che ad unire i lavoratori?
* Il lavoro oggi si trova comunque davanti ad un limite. Il progresso non può essere infinito: deve fare i conti con il limite delle risorse e la distruzione dell'ambiente. Occorre proporre e favorire nuovi modelli di sviluppo che siano maggiormente compatibili con l'ambiente ed imparare stili di vita più sobri, più rispettosi e più sani. Noi cosa possiamo fare? Abbiamo già avuto occasione di affrontare questi argomenti? A quali conclusioni siamo giunti, quali difficoltà abbiamo riscontrato?
* Si parla sovente oggi di "crisi delle ideologie": certi slogans che un tempo apparivano di immediata comprensione, oggi sono messi in discussione. Questo può essere un bene se ci permette di cogliere più in profondità l'evoluzione dei fenomeni senza il bisogno di negare la trascendenza ma può contenere un ulteriore rischio di resa davanti al predominio della tecnica che ci condiziona in modi sempre più assorbenti. Come garantire e favorire il primato dello sviluppo spirituale sullo sviluppo tecnologico? Può un credente porsi l'obiettivo della carriera sul lavoro? A quali condizioni?
Giudicare
* La Bibbia,
con molto realismo, presenta i molteplici aspetti del lavoro umano: è realizzazione e creatività (Gn cap 1 e 2) ma è anche fatica ed umiliazione (Gn 3), pesantezza e noia (Prv 6,6-11). I profeti poi sottolineano soprattutto il lavoro come ambito in cui si esprime l'arroganza ed il peccato dell'uomo, l'ingiustizia, la sete di ricchezza e di potere (idolatria). Leggere, per esempio, Amos 8,4ss, Isaia cap. 58, Geremia 12,7-13.
* La Chiesa, soprattutto negli interventi del papa, affronta tante volte i temi dell'economia e del lavoro. Sono state scritte parecchie encicliche su questi argomenti dove vengono ribaditi alcuni principi giudicati irrinunciabili come quelli della solidarietà, del primato del bene comune, della partecipazione dei lavoratori e dei cittadini ai vari livelli. Quale conoscenza abbiamo di questo insegnamento? * L'enciclica "Centesimus Annus" dice: "Se un tempo il fattore decisivo della produzione era la terra e più tardi il capitale, inteso come massa di macchinari e di beni strumentali, oggi il fattore decisivo è sempre più l'uomo stesso" (n. 32) e cioè la sua capacità di conoscere, di organizzazione solidale, di soddisfare e intuire il bisogno dell'altro.
Agire
* Proporre nella nostra parrocchia un incontro allargato (magari in Avvento o in Quaresima) sui temi dello sviluppo solidale, del senso del lavoro, affrontando anche alcuni spinose contraddizioni di tanti cristiani come l'uso egoistico dei beni e delle proprietà, il problema dell'evasione fiscale, delle raccomandazioni, della mentalità carrieristica...
* Avviare iniziative di intervento e di sensibilizzazione (nei nostri ambienti di vita e/o di lavoro) anche in collaborazione con non cristiani (o anticlericali) per la difesa di valori comuni e come impegno di evangelizzazione.
* Dedicare un incontro (o proporre in parrocchia una serata di preghiera biblica) per esaminare più in profondità il messaggio dei Profeti b