Il lavoro
26. - E soprattutto nell'ambito lavorativo che maggiormente si sperimentano le tensioni e si verificano degradanti e ignobili comportamenti di sfruttamento. I problemi si fanno spesso acuti a causa delle difficoltà d'inserimento e, ancor più, del diffuso pregiudizio che gli immigrati potrebbero defraudare del posto di lavoro i numerosi disoccupati del nostro Paese. Fedele alla dottrina sociale della Chiesa sul lavoro, la comunità cristiana deve impegnarsi, secondo le competenze e le responsabilità delle sue diverse componenti e assieme alle altre forze sociali, per raggiungere alcuni fondamentali obiettivi: 1. proporre un trattamento equo e paritario per tutti i lavoratori; 2. combattere ogni sfruttamento di persone, operato da singoli e da "racket" organizzati; 3. esigere controlli e sanzioni per quanti non rispettano i contratti di lavoro verso gli immigrati, specialmente in rapporto alla sicurezza sociale, alla protezione e tutela della salute; 4. favorire il riconoscimento del diritto dei lavoratori immigrati ad essere rappresentati nei sindacati e nelle cooperative, per la salvaguardia dei diritti di ogni gruppo etnico; 5. stabilire un solido principio-guida sulla questione degli "stagionali", che non possono affatto essere trattati come forza-lavoro da sfruttare arbitrariamente, ma sempre secondo la loro dignità di persone; 6. inculcare che il lavoro, con il relativo guadagno, non è fine a se stesso, ma mezzo di sostentamento personale e familiare e forma primaria di servizio sociale; 7. promuovere il riconoscimento della pari dignità e dei diritti delle donne; 8. rivolgere una specifica attenzione ai marittimi: l'equipaggio è composto molto spesso da immigrati di varie provenienze, le cui difficoltà di relazione vengono aggravate dalla inevitabile vita in comune nel poco spazio disponibile e dalla lunga permanenza sulla nave.