UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Omelia di Domenica 10 ottobre

44a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
10 Ottobre 2004

1. «Carissimo, ricordati che Gesù Cristo della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti». Carissimi fedeli, al termine ormai della 44.ma Settimana sociale la Provvidenza divina ha voluto che risuonasse nelle nostre orecchie e nel nostro cuore l’annuncio del fatto centrale della nostra fede: «Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti». Viene allora da chiederci, meditando la Parola di Dio: esiste un legame fra il Mistero pasquale del Signore e la problematica che abbiamo dibattuto in questi giorni? fra la morte e risurrezione del Signore e lo sforzo di costruire una società sempre più adeguata alla dignità dell’uomo? L’Apostolo ci apre una strada per la nostra meditazione orante, quando subito dopo, parlando della sua sofferta prigionia, dice: «sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna». La salvezza che è in Cristo Gesù, la pienezza di umanità apparsa nel Cristo risorto è destinata a raggiungere l’uomo, ogni uomo, poiché questa è la sua elezione ed il suo destino: partecipare alla salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. E perché il mistero pasquale diventi lievito del mondo e della storia è necessario che l’Apostolo porti le catene come un malfattore; partecipi, cioè, ai dolori del parto della nuova creazione. Né ciò vale solo per l’Apostolo. Egli infatti conclude con una affermazione universalmente valida: «certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se non lui perseveriamo, con lui anche regneremo». Partecipare al Mistero pasquale di Cristo, Mistero che agisce nei cuori umani con la forza dello Spirito Santo, significa lavorare e soffrire perché ogni uomo raggiunga la salvezza che è in Cristo, insieme alla gloria eterna. Significa tendere a rendere la vita dell’uomo più umana. Durante questi giorni ci siamo radicati nel Mistero pasquale perché esso si compia già ora in una vita umanamente più degna, in attesa della gloria eterna. E questo il grande insegnamento del Vaticano II che dice: «con la sua Risurrezione, costituito Signore, Egli, il Cristo, … opera tuttora nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito … ispirando, purificando e fortificando quei generosi propostiti con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra» [GS 38]. Là dove ci sono uomini che generosamente si propongono di rendere più umana la vita dell’uomo, ivi è in azione il Mistero pasquale perché opera lo Spirito del Signore Risorto. E per questo che «è necessario portare la Croce; quella che dalla carne e dal mondo viene messa sulle spalle di quanti cercano la pace e la giustizia» [GS 38]. Troviamo allora nella celebrazione dei divini Misteri il senso ultimo del lavoro che abbiamo fatto in questi giorni. Come ci insegna S. Gregorio Nisseno è dalla comunione con i comportamenti e i simboli mistici che il cristiano prende forza [cfr. Teologia Trinitaria, a cura di C. Moreschini, Milano 1994, pag. 532-533]: prende forza per sopportare ogni cosa perché l’uomo abbia la salvezza che è in Cristo...

ALLEGATI