UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Lavori di gruppo su alcune piste di impegno pastorale per una proposta specifica di evangelizzazione del mondo artigiano

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2 Agosto 1999

renderà possibile questo impegno di evangelizzazione e di formazione.
introduce i lavori don Venanzio Rigoni Direttore Ufficio regionale della pastorale sociale e del lavoro (Triveneto)

1. Premessa Nella lettera che Giovanni Paolo II ha mandato ai lavoratori romani in preparazione al Giubileo è scritto che "il lavoro è la via per realizzare se stessi" e viene ribadito che "il valore più prezioso da salvaguardare e promuovere nell'ambiente dove si opera è la persona umana, con il diritto inalienabile ad essere riconosciuta nella sua profonda dignità". "Tale dignità - sottolinea - sta a fondamento di ogni altro diritto-dovere della persona che lavora: un'occupazione adeguata alle proprie qualità professionali e alle esigenze familiari; la produzione di beni e di servizi qualificati; la giustizia retributiva e la solidarietà.. Il lavoro è via per realizzare se stessi, mediante la crescita e lo sviluppo delle potenzialità e delle capacità che si acquisiscono con la formazione, l'esperienza e la concreta operatività". "Cari lavoratori, docenti, professionisti, operatori economici, artigiani e commercianti - conclude il Papa - i credenti devono farsi carico di testimoniare a livello personale e pubblico il Vangelo come via privilegiata per rendere il lavoro pienamente umano ed occasione di salvezza per la persona e la società".
In quale contesto si trova ad operare l'artigiano oggi? In mezzo ad imponenti trasformazioni di tipo tecnologico, organizzativo (nuovo modo di organizzare il lavoro), di commercializzazione; in contesto non solo nazionale, ma anche europeo e mondiale. Cambia la cultura, i valori tradizionali sono fortemente messi alla prova dalle novità emergenti ed il nuovo corre il rischio di nascere al di fuori del mondo dei valori un tempo condivisi. E messa in discussione la persona come soggetto protagonista e creatore, e la famiglia come supporto fondamentale anche in campo produttivo e come prototipo dei rapporti lavorativi. Il superlavoro ed il poco tempo dedicato alla famiglia sempre più spesso mettono in crisi i rapporti di coppia, il ruolo della donna, il dialogo con i figli. Da luogo sentimentalmente caldo ed appagante la famiglia rischia di trasformarsi in luogo di rapporti fortemente problematici. Viene messo in discussione il mondo religioso come fonte di valori condivisi in grado di dare un senso anche al lavoro e la parrocchia come luogo in cui si rigenera la fede, si vive la comunione e dà la possibilità di uscire dal mondo della produzione e di radicarsi nel territorio con un sistema di relazioni positive ed arricchenti. E un mondo che viene messo in discussione e crea un processo del quale dobbiamo essere coscienti e nel quale il nostro ruolo non dev'essere quello di "vittime brontolone", ma di persone protagoniste dotate di fantasia creatrice e di capacità di orientare positivamente il nuovo. Nell'ambito del lavoro i protagonisti sono i laici cristiani. La Chiesa ha il compito di ascoltare, di comunicare il Vangelo, di accompagnare con spirito di discernimento comunitario le mediazioni che di volta in volta si devono fare. Abbiamo bisogno di una pastorale non moralistica, di giudizio, ma di ricerca insieme della verità storica, di rinnovamento, di verifica continua, di perdono, di apertura benevola verso chi rischia di persona. Una Chiesa ed un laicato così hanno bisogno di reciprocità, di luoghi di ascolto, di dialogo, di confronto con la parola di Dio, di accompagnamento (ciascuno nel proprio ruolo), di progettualità comune.

2. Domande per il lavoro di gruppo 1. Quali cambiamenti sono avvenuti e stanno avvenendo nel "sistema artigiano"? Quali ricadute sul modo di produrre, sull'organizzazione del lavoro (es. rapporti con i dipendenti), sulle relazioni con gli altri mondi produttivi, sulla commercializzazione? 2. Come i cambiamenti in atto influiscono sulla vita personale, di coppia, sulla famiglia, sul ruolo della donna, sul rapporto educativo con i figli, sulle relazioni sociali, sull'uso del tempo?
3. Come riuscire a conciliare la vita produttiva con la fede, con la pratica religiosa, con l'assunzione di responsabilità nella comunità cristiana? 4. Che cosa chiedere alla parrocchia e alla pastorale sociale e del lavoro per essere aiutati a vivere la fede in condizione di lavoratori artigiani? Quale è il ruolo delle organizzazioni di categoria? 5. Quali iniziative suggerire per proseguire il dialogo oggi iniziato tra Chiesa ed artigianato?
Sintesi dei lavori di gruppo
Gruppo 1 Il mondo artigiano sta vivendo un sorta di "nervosismo" collegato alle profonde trasformazioni che deve subire e ai vecchi problemi che continuano a segnare la realtà produttiva. Tra gli altri sono emersi alcuni problemi scottanti: - la riforma legislativa; - l'introduzione dell'euro; - la concorrenza delle "economie più povere" che portano via il lavoro; - l'emigrazione non regolamentata. A fronte di questi aspetti problematici ne sono stati messi in luce altri positivi quali: - una nuova domanda di qualità del prodotto; - l'urgenza di non subire i problemi ma di affrontarli con scelte coerenti; - la partecipazione dei dipendenti alla vita dell'azienda e alle difficoltà che si incontrano.
In particolare è stato discussa la situazione connessa al passaggio generazionale di responsabilità nell'azienda artigiana. I giovani, sovente più scolarizzati e preparati, se da una parte hanno la possibilità di qualificare ulteriormente l'azienda, dall'altra sono meno propensi al sacrificio e tendono a vivere "come rendita" la posizione che viene loro trasmessa dai genitori.
Questi cambiamenti influiscono prevalentemente a livello personale, perché mettono in gioco la maturità umana e cristiana degli artigiani. In particolare si è ribadita l'importanza del tempo di festa come momento che può equilibrare la vita e il lavoro dell'artigiano, anche se sovente non viene più percepito come tempo di Dio e tempo da dedicare alla famiglia, che rischia di ricevere solo più ritagli di tempo e di attenzione.
Non si riesce più a cogliere il legame tra la fede e la vita lavorativa, che spesso risente di una forte secolarizzazione, perdendo il senso e il significato del lavoro come vocazione. D'altra parte è stata sottolineata l'importanza di un rinnovamento e di un approfondimento della fede, in quanto essa può aiutare l'artigiano a vivere la sua professione anche come testimonianza di vita.
Si chiede alla parrocchia di essere più presente nella vita degli artigiani offrendo strumenti e momenti di preghiera nonché occasioni per approfondire la formazione sui valori fondamentali del lavoro. Alla pastorale sociale e del lavoro si chiede che, nel suo impegno, non dimentichi questa categoria di lavoratori, sostenendoli nel loro impegno di rinnovamento. Essa può contribuire, infatti, a diffondere una nuova cultura del lavoro e della responsabilità personale nell'impresa produttiva. Sarebbe opportuno che si sviluppassero i rapporti tra la pastorale del lavoro e le varie associazioni di categoria artigiane.
Gruppo 2 Tra le difficoltà sono state evidenziate in modo particolare: - la mancanza di tempo; - l'urgenza di una nuova formazione; - l'importanza di una cultura imprenditoriale; - il problema dei terzisti; - il rischio dello snaturamento della figura dell'artigiano. A fronte dei cambiamenti che il mondo artigiano sta attraversando è stato detto che non basta fermarsi a registrare gli aspetti problematici, ma che è fondamentale saper cogliere anche le nuove opportunità che si offrono. Il rischio che si vive è quello di lasciarsi prendere troppo dal proprio lavoro senza accorgersi dei cambiamenti e di quanto comportano anche per la vita lavorativa.
Per quanto riguarda il rapporto fede/lavoro si è lamentato che la questione fondamentale è quella della mancanza di tempo, per cui è emersa la necessità di sapersi organizzare perché la vita dell'impresa non abbia il sopravvento sui valori essenziali della fede cristiana, ma diventi al contrario il luogo privilegiato dove poterli vivere e testimoniare.
La parrocchia è stata presentata come luogo importante e decisivo dove potersi formare e ricevere messaggi precisi ed anche luogo dove poter esprimere le proprie esigenze.
La pastorale sociale e del lavoro dovrebbe aiutare gli artigiani a riscoprire la dimensione del volontariato, anche per quanto riguarda il valore dell'associazionismo di categoria. Essa dovrebbe svolgere la funzione di fermento e lievito nell'ambiente artigiano, anche con iniziative adeguate, a partire soprattutto da un ascolto sincero delle problematiche di questo mondo.
Gruppo 3 Per quanto concerne i cambiamenti più significativi dell'artigianato è stato detto che sono molto diversificati e che sovente sono causa di divisione tra gli stessi artigiani. L'aspetto più positivo che è stato rilevato è quello dei rapporti sia tra artigiani che tra dipendenti e datore di lavoro. E stata ribadita l'urgenza che questi rapporti di reciprocità si approfondiscano in modo tale che cresca l'umanità nell'ambiente di lavoro come pure lo spirito di collaborazione all'interno dell'azienda e nelle aziende tra di loro, facendo emergere il valore della solidarietà.
E stata sottolineata l'urgenza di recuperare il valore della famiglia, dove possa crescere, nel dialogo intergenerazionale, sia una maggior condivisione come pure un rispetto nei confronti delle vocazioni specifiche dei figli.
La parrocchia e la pastorale del lavoro dovrebbero impegnarsi insieme affinché, instaurando nuovi rapporti con gli artigiani, facciano crescere i valori umani più autentici e affinché avvenga una vera opera di evangelizzazione anche nei loro confronti. E essenziale rilanciare una pastorale d'ambiente anche in questo settore del lavoro, cominciando dalle persone e dalle realtà più disponibili. Solo un rinnovato ascolto dei problemi e delle aspirazioni degli artigiani