UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’artigiano riscopre se stesso mediante il Vangelo

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15 Dicembre 1999

a storia, 23)
1. "La Chiesa annunciando Gesù di Nazareth, vero Dio e Uomo perfetto, apre davanti ad ogni essere umano la prospettiva di essere "divinizzato" e così diventare più uomo. E' questa l'unica via mediante la quale il mondo può scoprire l'alta vocazione a cui è chiamato e realizzarla nella salvezza operata da Dio" (Incarnationis mysterium n. 2). Il Grande Giubileo dell'anno 2000, nelle intenzioni del Papa, è un'occasione forte offerta all'uomo per incontrarsi con Gesù di Nazareth per scoprire che egli non esiste in modo puramente casuale, ma è stato chiamato alla vita da un Amore eterno per, tra l'altro, collaborare col Lui al compimento del suo progetto creativo. Tenendo presente questa finalità del Giubileo, la Chiesa è chiamata ad intensificare la sua azione evangelizzatrice al fine di annunciare con più vigore la salvezza dell'umanità. "Le gioie e le speranze, le tristezza e le angosce degli uomini d'oggi ...sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo" (Gaudium et spes n. 1). L'evangelizzazione è il primo legittimo e competente contributo che la Chiesa offre all'umanità, nello spirito della condivisione, per aiutarla a risolvere i suoi quesiti e problemi in quanto "proclama la verità su Cristo, su se stessa e sull'uomo, applicandola ad una situazione concreta" (Sollicitudo rei socialis n.41). Si può ben pensare che una situazione concreta, a cui fa riferimento la Sollicitudo rei socialis, sia la realtà artigiana.
2. Quando si parla di realtà artigiana la prima immagine, che affiora alla mente dell'opinione pubblica, è quella di un provetto e instancabile lavoratore capace di utilizzare al meglio le proprie qualità manuali. Gli operatori del mercato, da parte loro, guardano il mondo artigiano con la lente economica per stabilire quale ruolo oggi possa svolgere nella complessa e articolata realtà produttiva e finanziaria e quale rilevanza e contributo possa offrire, nell'immediato futuro, alla crescita economica. Senza negare l'importanza della valenza economica della propria attività lavorativa, l'artigiano si sente in tali concezioni rivestito con panni troppo stretti, in quanto egli è consapevole che il suo mondo, ovvero la realtà artigiana, è composta da una moltitudine di persone che, oltre costituire un tessuto lavorativo, esprime un articolato vissuto quotidiano, costituisce un ambiente vitale, intessuto di relazioni umane, familiari e lavorative, di capacità progettuali, di creatività, di esperienza di tradizioni, di valori umani, sociali, culturali, e spirituali.
3. La questione si fa più pressante per un credente, che svolge una attività artigiana. La sua preoccupazione fondamentale è individuare quali siano i manufatti che egli deve produrre per restare sul mercato, su come organizzare la sua azienda per utilizzare al meglio le risorse economiche e umane. A questo punto nascono gli interrogativi di senso e di valore, che egli sa di non poter disattendere. Lavorare per molte ore per contenere i costi di produzione e quindi vendere il proprio manufatto, può vuol dire sfruttamento di sé e dei suoi collaboratori, oltre che sottrarre tempo prezioso alle relazioni familiari. Le esigenze del mercato e i problemi finanziari richiedono sempre più accortezza e rigorosità nell'organizzare il proprio lavoro e nel "non perder tempo", ma ciò come si concilia con il dedicare tempo per insegnare e trasmettere la propria professionalità a giovani che vogliono imparare il mestiere, come poter mantenere l'ambiente di bottega un ambiente di relazioni lavorative a dimensione umana e non un freddo luogo di produzione? In un contesto dove la competitività viene proclamata la carta vincente, la solidarietà è retaggio di una cultura passata e un valore da vivere solo in tempi extra lavorativi ? In questa corsa al mercato c'è ancora spazio per sentirsi associati all'azione creatrice di Dio o questo insegnamento biblico è relegato al mondo dei sogni e degli ideali irrealizzabili ? La standardizzazione dei prodotti sembra che non lasci più spazio alla creatività, alla fantasia dell'artigiano e dei suoi collaboratori sapendo utilizzare le singole e originali doti di cui il Signore ha dotato ogni uomo, inoltre ha reso anonimo la figura del compratore livellandolo su gusti e bisogni predefiniti, come ridare all'utente la sua dignità di compratore ? Sono questi alcuni degli interrogativi, delle inquietudini e sofferenze che attraversano l'animo di quell'artigiano che non vuol arrendersi all'impoverimento di significato dettato da certa cultura economica in auge. Egli sente il dovere di difendere e rinnovare la sua articolata figura di uomo del lavoro individuando spazi e opportunità per poter continuare ad essere un protagonista non solo economico, ma anche sociale, culturale e spirituale.
4. La Pastorale sociale e del lavoro, nello svolgere il suo compito di evangelizzazione e nella logica della condivisione espressa dalla Gaudium et spes, si fa attenta alle richieste del mondo artigiano di essere accompagnato in questo suo difficile cammino di rinnovamento, senza per questo tradire gli elementi originali della sua identità, del suo modo di essere. Di fronte alla tentazione di separare la sua vita di credente da quella di lavoratore artigiano, ovvero di confinare in altri momenti della vita quotidiana l'impegno di vivere e testimoniare propria fede in Gesù Cristo e il suo contributo alla costruzione del Regno di Dio, la Pastorale sociale e del lavoro si sente di offrire all'artigiano quegli strumenti utili perché in lui non si debba consumare la frattura fra fede proclamata e vita quotidiana, ma sappia cogliere nel suo impegno lavorativo quotidiano il suo essere servo del Regno di Dio nella consapevolezza che se "nessuna realizzazione temporale si identifica col il Regno di Dio, ... tutte le realizzazioni non fanno che riflettere e, in un certo senso, anticipare la gloria del Regno" (Sollicitudo rei socialis, 48). Il metodo dell'accompagnamento che la Pastorale sociale e del lavoro propone si articola innanzitutto nell'ascolto di quanto gli artigiani fanno emergere nella loro esperienza di vita e di lavoro per cogliere l'appello del Padre alla fede, analizzando, successivamente, quali tratti del loro vivere siano in conformità o in difformità rispetto all'insegnamento evangelico e alla dottrina sociale della Chiesa, per giungere, infine, ad una sincera conversione e alla maturazione di una coscienza e di una mentalità cristiane.
5. E questo un lavoro da compiersi nella logica della speranza, è il saper cogliere i segni della presenza redentrice del Cristo e i germi del Regno di Dio in questa contraddittoria fase storica e nel nuovo articolarsi del lavoro artigiano. Il contesto giubilare, da cui prende spunto questo cammino di evangelizzazione, aiuta di sicuro l'artigiano a non farsi soggetto rassegnato e succube delle contrarietà attuali, ma, in virtù del confronto con la Parola di Dio e la dottrina sociale della Chiesa, in autentico spirito di conversione, ad essere in grado di individuare quelle realizzazioni necessarie ad una sua autentica crescita e ad un vero progresso dell'umanità. "La pastorale attuata nelle strutture parrocchiali dovrà saldarsi organicamente con la cosiddetta pastorale degli ambienti, in modo che la parrocchia si edifichi come comunità missionaria e soggetto sociale sul territorio. Il ministero dei presbiteri e dei diaconi dovrà essere integrato da una varietà di servizi stabili e riconosciuti, con doni e competenze rispondenti a concrete esigenze. Si aprono così spazi per molteplici presenze e figure: catechisti; animatori della liturgia, della pastorale della carità e di altri settori pastorali; responsabili di gruppi e piccole comunità. Sono da valorizzare le aggregazioni ecclesiali e le associazioni di ispirazione cristiana. Più generalmente è da promuovere una diffusa coscienza missionaria nelle famiglie e nei singoli cristiani" (Con il dono della carità dentro l