UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Introduzione al seminario Fare gruppi di lavoratori

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8 Ottobre 1998

ui si è riflettuto e scommesso negli ultimi anni, sono la strada per evangelizzare questo mondo. Il Convegno è un momento felice della nostra Chiesa, poiché ha la possibilità di recepire, tramite la vostra testimonianza, se ciò che per anni abbiamo fatto nel campo pastorale è efficace, e dove e quuanto deve essere aggiornato. Credo che la pastorale sociale e del lavoro non possa e non debba perdere questa occasione; e i giorni del convegno di Roma, dal 7-10 maggio, dovranno essere momenti fondativi, mi accorgo della gravità della posta in gioco, per la presenza cristiana nel mondo del lavoro. Bisognerà domamndarci come colmare un vuoto assai grande: quello di un laicato apostolico che si faccia carico in prima persona dell'annuncio esplicito del Vangelo tra gli uomini del lavoro. Il Convegno ci impegnerà più nel dopo che non nella sua celebrazione; bisognerà progredire nello sperimentare i cammini possibili con coraggio e lucidità. Solo con una schietta testimonianza cristiana ci si potrà presentare con le carte in regola. Buon lavoro; e ricordate che la pastorale sociale e del lavoro siete voi, e voi potete dare una svolta a questa faticosa e tuttavia esaltante avventura tra i lavoratori. Siamo una famiglia che cerca una strada per rendere fecondo e proficuo l'annuncio del Vangelo del lavoro, annuncio di liberazione e di salvezza che viene solo da Cristo Signore.

S.E. Mons. Fernando Charrier Vescovo di Alessandria - Presidente Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro[[br]] Il primo obiettivo di questo nostro incontro è proseguire il cammino, avviato negli anni precedenti, per mettere a fuoco una pastorale tra i lavoratori dipendenti. Il secondo obiettivo di queste giornate - obiettivo che ha un'importanza rilevante - è preparare, anche attraverso questo seminario, il Convegno nazionale sul lavoro che si terrà nel mese di maggio. Il convegno nasce da due necessità; la prima: capire il lavoro oggi ed intuire che cosa sarà domani senza dimenticare che il lavoro tradizionale, su cui si è basato l'impegno pastorale fino ad oggi. Ci sono tuttavia cambiamenti e novità per cui non è una perdita di tempo analizzare la nuova realtà convinti che se lo Spirito di Dio ci ha posti ad operare in questo tempo e in questa situazione, ci richiede di conoscere sia gli uomini di oggi sia le loro condizioni di vita. Di qui l'urgenza di capire i nuovi lavori, come oggi si svolgono, il perché di certe situazioni, come pure il persistere di una certa cultura del posto di lavoro più che del lavoro in se stesso. Alcuni esperti affermano, ad esempio, che a fronte di quasi un milione di posti di lavoro disponibili nell'artigianato, non si trova chi è disposto ad occuparli, mentre se viene bandito un concorso per posti di lavoro impiegatizio, si assiste ad una corsao di 15mila persone per 700 posti lavorativi. Questa prima necessità, cioè conoscere meglio la situazione del lavoro, è sorta dall'ascolto delle diverse parti sociali. Ci esortavano ad intraprenedere tale riflessione, ad esempio, i sindacalisti facendoci notare che essi, ed anche le altre parti sociali, sono oggi fortemente impegnate in lotte su problemi contingenti che lasciano poco spazio ed poca serenità per riflessioni su temi fondanti. La seconda necessità ci viene dall'importanza di individuare le risposte ai problemi del lavoro, meglio agli uomini del lavor o sul piano dell'evangelizzazione, cioè sul piano del servizio che la Chiesa deve offrire ai lavoratori. Si è tutti convinti che l'evangelizzazione e la promozione umana camminano di pari passo, ma come fa in modo che l'evangelizzazione raggiunga oggi il lavoratore? Sono stato positivamente colpito dall'interesse manifestato dal Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana al problema del lavoro; l'attenzione e la vivace discussione seguite alla presentazione del convegno sul lavoro nei suoi contenuti e finalità sono un punto di partenza importanti e un incoraggiamento ad operare per una riprosizione della pastorale sociale e del lavoro. Il Convegno, come si è già affermato, nasce dalla necessità di studiare il problema del lavoro e dall'urgenza di capire le risposte che la Chiesa deve dare. Su questi punti si sono articolate le giornate di lavoro: una prima parte tende a far prendere coscienza del lavoro che cambia alla luce delle novità imposte ad esempio, dalla globalizzazione, dalle nuove tecnologie, ed anche dalla nuova organizzazione del lavoro stesso. La seconda parte del Convegno, per noi di fondamentale importanza, cercherà di cogliere le risposte che la Chiesa deve dare. Il Convegno partirà dalla base; cioè, dopo l'approccio generale al tema, che verrà offerto nel pomeriggio della prima giornata, le due unità di lavoro seguenti presenteranno alcune esperienze "pilota", riprese e commentate da due esperti, e vagliate nei "gruppi di studio". Il cuore del Convegno saranno proprio questi gruppi di lavoro che dovranno offrire itinerari di pastorale e presenze significative per la missione della Chiesa. Si termunerà con alcune proposizioni che intendono riaprire il discorso nelle Chiese particolari, nelle associazioni e nei movimenti . Questo è lo scopo del Convegno; pertanto chiediamo a voi di lavorare, in queste giornate, per dirci quali sono le domande che il lavoro dipendente pone, e per verificare se i gruppi di lavoratori, su c