scelte l'educatore può condurre i giovani? Quali elementi di spiritualità sorreggono queste mete? Quali contenuti l'educatore ritiene importante che il giovane senta come proprie? All'interno di queste domande ci sono dei passaggi; da una parte si tratta di stabilire la meta educativa, dall'altra, per tenere lo sguardo verso la meta educativa, occorrono anche dei contenuti e una spiritualità. Ci sono linee di spiritualità, cioè modi di concepire la fede, di sentirla, di viverla, di esprimere la propria relazione con Dio, che sorreggono l'obiettivo educativo verso cui si tende. I contenuti, poi, sono la materia del progetto educativo; quindi quali sono le idee, le esperienze, le convinzioni che devono sostanziare questo tipo di itinerario?
5. Quali strumenti, metodologie e mezzi educativi sono necessari per raggiungere le mete individuate?
Questo è quello che viene chiesto ai laboratori. Evidentemente un lavoro svolto in un pomeriggio non ha pretese di scientificità e di validità universale, ma costituisce certamente una metodologia attraverso la quale esprimere la ricchezza della nostra esperienza.
L'obiettivo dei laboratori è quello di costruire degli itinerari formativi, collocandosi sul versante pedagogico, per educare il giovane lavoratore a relazioni mature e forti, perché nella misura in cui si sviluppa la dimensione relazionale cresce la maturità e la responsabilità nella vita personale e altrui. I laboratori riguarderanno quattro ambiti, quattro situazioni di vita del giovane lavoratore: le esperienze di solidarietà nel lavoro; le esperienze di volontariato; la situazione del tempo libero e la situazione di disoccupazione. Abbiamo ipotizzato, in questi quattro ambiti, dei percorsi a partire da una situazione minimale per giungere ad un obiettivo educativo. Ad esempio, quando parliamo di solidarietà nel lavoro, pensiamo ad una situazione minale, propria di alcuni rapporti che comunque il giovane ha nell'ambiente di lavoro, per sviluppare questo rapporto fino all'obiettivo che potrebbe essere la militanza sindacale, cioè l'assunzione piena di responsabilità sugli altri. Oppure immaginiamo che un giovane lavoratore abbia qualche esperienza di volontariato delle più semplici, magari nell'ambito della propria famiglia o di una qualche associazione, e proviamo a sviluppare questa esperienza portandola ad una cittadinanza attiva, cioè ad un'assunzione piena di responsabilità nella vita sociale. Per la situazione del tempo libero abbiamo immaginato un percorso che va dal consumo individuale del tempo, in vista del vantaggi immediato e personale, ad una concezione del tempo libero come tempo di crescita profonda della persona. Il quarto itinerario, quello della situazione di disoccupazione e di rassegnazione, va dall'accettazione passiva della disoccupazione ad una maturazione che abbiamo identificato con l'idea di iniziativa e di autoimprenditorialità personale. Questi quattro ambiti corrispondono a quattro gruppi di studio o laboratori, mentre un quinto gruppo, per chi è all'inizio dell'esperienza di animazione dei giovani lavoratori, intende offrire, attraverso la comunicazione di esperienze, alcuni criteri su come si possono avviare i gruppi di giovani lavoratori. Nella costruzione di questi itinerari, quindi, focalizziamo l'attenzione sulle relazioni significative che portano all'assunzione di responsabilità, sviluppando le potenzialità che sono già presenti nella vita del giovane lavoratore in vista di un obiettivo più ampio. Tenendo conto dei momenti vissuti in questo seminario (relazioni, esperienze e dibattiti) proviamo a stendere questi itinerari, seguendo l'indicazione di cinque punti che vengono proposti perché sia possibile realizzare un minimo di omogeneità che consenta anche una certa comparabilità dei percorsi educativi stessi. Dei cinque punti proposti, i primi tre riguardano l'analisi della situazione, gli altri due la stesura dell'itinerario di formazione.
1. Ripensa alle situazioni che il giovane lavoratore vive nell'ambito analizzato; che relazioni instaura in esso? Che conseguenze hanno sulla sua vita? Si tratta, in altre parole, di fare una fotografia delle relazioni che il giovane vive nella situazione esaminata, interrogandosi sul loro significato nella sua esistenza.
2. Se il giovane stabilisce e conserva delle relazioni, vuol dire che corrispondono a qualche tipo di bisogno o di aspirazione. A quali bisogni e a quali aspirazioni corrispondono? Quali soddisfazioni gli danno?
3. Quale indice di responsabilità verso gli altri, esprimono queste relazioni? Nell'ambito delle relazioni, infatti, è sempre presente un certo grado di responsabilità, anche minimo; come educatori ci interessa capire quale responsabilità queste relazioni hanno creato all'interno del giovane.
4. Partendo dalla situazione descritta nei punti precedenti, quali mete educative si possono ipotizzare? La meta educativa è sempre legata all'analisi che è stata fatta. Se l'analisi offre una risorsa, un aggancio, la meta educativa è lo sviluppo di questo aggancio. Verso quali