UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Intervento di Ugo Amaldi alla Tavola Rotonda della Sessione Scienza e Tecnologia

44a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
8 Ottobre 2004

Si fa scienza fondamentale per sapere di più; questa attività conoscitiva ha due conseguenze (1) produce nuove tecnologie e (2) per fare scienza di punta si devono sviluppare tecnologie innovative. Sono due strade diverse ma, comunque, le nuove tecnologie, con il loro saper fare, aprono nuove possibilità e necessità di ricerca di base, stimolando e richiedendo un nuovo sapere, e così via. Compito di una democrazia moderna - che non si vuole affidare soltanto a commissioni di esperti oggi sempre più sospettati di servire qualche potere oscuro - è quello di preparare alle tematiche non soltanto tecnologiche ma anche scientifiche i propri cittadini, che saranno sicuramenti chiamati a pronunciarsi nel corso della propria su temi ancora oggi non presenti nei laboratori più avanzati. Questa preparazione deve essere parte essenziale del patto sociale, in cambio dei vantaggi che tutti ricevono dai cicli tecnologia-scienza. Il primo passo riguarda la costruzione del sapere scientifico. Sfatata la leggenda che sono scienziati coloro che tali si proclamano alla televisione o sui giornali, magari sfoggiando uno stage negli USA oppure un amico Premio Nobel, bisogna che tutti abbiano presente il metodo con il quale si costruisce la scienza e vengono controllati i suoi risultati. La visione scientifica del mondo è una costruzione della ratio umana da intendersi come una rappresentazione analogica del reale che, se pur nascosto, la maggior parte degli scienziati suppongono sia l’inconoscibile sustrato dei fenomeni osservati. Gran parte della stessa conoscenza scientifica è interpretabile in modo diverso attraverso la costruzione di modelli che ci proiettano nel passato allontanandoci dal teatro dell’acquisizione dei dati primari. Non si chiede più oggi allo scienziato di raccontare quale misto di esperimenti, induzioni, deduzioni, confronti e fantasia l’abbia indotto a proporre una certa legge empirica o un particolare modello, sia esso cronico o acronico. L’importante è che le conseguenze del modello siano in accordo con la quasi totalità degli esperimenti e dei reperti descritti nella letteratura scientifica e che il modello stesso predica altre strutture e/o fenomeni rilevanti. La società, e con essa gli scienziati in quanto cittadini, devono offrire a tutti i mezzi per prendere conoscenza dei problemi scientifici e tecnici e per esprimersi, quando necessario, con una certa non improvvisabile conoscenza di causa.

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