1. L’argomento di queste tavole rotonde attraversa praticamente tutti i temi del documento preparatorio. Ovviamente occorre fare delle scelte; occorre attenersi al contributo della propria effettiva esperienza, occorre tener presente che noi cattolici italiani ci aspettiamo da queste settimane non certo risposte “pronte per l’uso”, ma neppure premesse così astratte da rendere incolmabile la distanza tra esse e le domande quotidiane.
2. Esperienza e riflessione per me si imperniano soprattutto sulla realtà cooperativa. Le cooperative sono un fatto sociale che si rende compiutamente impresa, immersa nell’ambiente dei mercati al pari di ogni altra impresa. Sono dunque un fatto economico che rifiuta di abiurare la base di valori e di finalità sociali che la generano. Valori e finalità sociali non sono per la cooperativa una placenta, dalla quale distaccarsi con il venire al mondo, ma organi vitali che devono essere tanto più forti, quanto più la cooperativa diviene adulta. Oggi, in quello che chiamiamo il “terzo tempo della cooperazione”, siamo impegnati ad attualizzare il modello valoriale, affinché animi adeguatamente una coscienza imprenditoriale forte nelle tensioni di una competizione che cresce. Nell’economia italiana, con oltre il 6% del PIL, la cooperazione è abbastanza grande da destare l’attenzione di interessi economici antagonisti, non è abbastanza grande per non temere mai le aggressioni...