UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Intervento di Luigi Bobba alla Tavola Rotonda 2 della Sessione Politica e Poteri

44a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
9 Ottobre 2004

Tra realismo e profezia: è questo il binomio dialettico che caratterizza il modo di abitare la politica da cattolici. Non a caso gli unici due nomi luminosi che ricorrono nel documento preparatorio sono quelli di Alcide De Gasperi e di Giorgio La Pira. L’odierno contesto di crescente complessità sociale mette sempre più a nudo le debolezze strutturali dello Stato moderno. Ciò che oggi appare particolarmente urgente è avere la sapienza nel selezionare le priorità dell’impegno. Non tutte le scelte hanno infatti la stesso valore e la stessa efficacia. Rigenerare la democrazia ponendo al centro la dignità della persona umana, i diritti di cittadinanza e il principio di giustizia sociale diventa il compito primario dei cattolici in politica. Una prima proposta riguarda il valore della vita umana che è da tutelare sempre e comunque, fin dal concepimento e dalla formazione dell’embrione. Le questioni della bioetica devono trovare nei cattolici un avamposto della coscienza e un paradigma di autentica laicità. La radice che motiva il nostro impegno per la vita è la stessa che ci porta a scegliere la pace, contrastando il ricorso alla guerra come cultura di morte e ad individuare nella solidarietà e nel dono le vie per superare quel “meccanismo perverso” che è l’indebitamento dei paesi del Sud del mondo, dove la vita viene quotidianamente violata e offesa. Una seconda proposta concerne i diritti di cittadinanza, una delle parole chiave della politica moderna: patente di accesso ai diritti, indicatore di appartenenza e requisito di inclusione, la cittadinanza è il vero spartiacque tra chi è dentro e chi è fuori dalla convivenza civile. Ecco perché è necessario che diventi una proposta organica dell’impegno dei cattolici in politica sia per il riconoscimento della cittadinanza a chiunque nasca in Italia, anche se figlio di genitori immigrati, sia per il varo immediato della legge sul diritto di asilo, sia ancora perché gli immigrati regolari residenti nel nostro Paese vedano subito riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative, come stanno a dimostrare i quattordici disegni di legge già presentati nei due rami del Parlamento. Una terza proposta attiene il principio di equità come espressione della fraternità nelle scelte politiche. In un modello di welfare è necessario attribuire un rilievo particolare a politiche amichevoli per la famiglia e la natalità. L’adozione del quoziente familiare nel sistema della tassazione dei redditi e l’apertura di una riflessione per estendere anche ai minori il suffragio universale, nei modi e nelle forme che appariranno più opportune, sono strade percorribili per rigenerare la democrazia imprimendo ad essa una prospettiva di futuro coerente con il fine ultimo del bene comune.

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