UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Intervento di Luigi Alici alla Tavola Rotonda della Sessione Democrazia e Informazione

44a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
9 Ottobre 2004

1. L’informazione: uno specchio che nasconde? · Il mondo dell’informazione, sotto alcuni aspetti, si presenta come uno specchio che ci avvicina alla realtà; moltiplica gli angoli di rifrazione, consentendo di conoscere sfumature e pieghe nascoste degli eventi; “allunga” la rete delle relazioni umane, incidendo in senso qualitativo e quantitativo sulle forme della convivenza e cambiando di conseguenza il “paesaggio culturale”. · Quanto più si avvale di avanzate tecnologie massmediali, il sistema dell’informazione diviene un “nuovo potere” strutturale e pervasivo, che moltiplica in modo esponenziale opportunità e pericoli: può diventare uno specchio che nasconde interi pezzi di realtà; può trasformarsi in un pericoloso fattore di distorsione; può addirittura arrivare a riflettere unicamente se stesso, divenendo fonte di fuorvianti illusioni ottiche. 2. Informare, voce del verbo partecipare · L’informazione è parte integrante della comunicazione, la quale, prima ancora che strumento e tecnica, è una qualità fondamentale del rapporto tra le persone. Offrendo i contenuti di base che mediano, in modo veritiero ed efficace, tali rapporti, anche sul complesso sistema dell’informazione pesa una doppia responsabilità: di fedeltà agli eventi e quindi, indirettamente, di promozione del bene comune. · In nome di questa responsabilità, il sistema dell’informazione deve oggi essere protetto non solo dall’invadenza ideologica dello Stato, ma anche dalla concupiscenza interessata del mercato, moltiplicando, in forme diversificate e trasparenti, quelle garanzie di libertà, di pluralismo e insieme di partecipazione e controllo democratico, che la società occidentale ha elaborato per promuovere la convivenza nella sfera politica.
3. Tra Babele e Pentecoste: una sfida per i cristiani · La comunità cristiana nasce a partire da un evento che si fa buona notizia e custodisce un’eccedenza di senso che può essere profanata non solo dal ripudio esplicito, ma anche da forme subdole di banalizzazione: come è possibile “comunicare la fede in un mondo che cambia”, misurandosi con un sistema in cui, al contrario, spesso è la notizia (non sempre buona) che si fa evento? · Occorre a questo punto un vero e proprio discernimento comunitario che, in modo critico e lungimirante, possa approdare ad un nuova progettualità culturale: denunciando in forme sobrie ed efficaci (che non escludono atti mirati di boicottaggio) lo stravolgimento e il tradimento del messaggio cristiano; promuovendo un’opera intelligente di educazione, di sensibilizzazione e di vigilanza democratica; adoperandosi in prima persona anche per fare informazione (e, se necessario, controinformazione).

ALLEGATI