UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Intervento di Donatella Caruso alla Tavola Rotonda della Sessione Scienza e Tecnologia

44a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
8 Ottobre 2004

trano le simpatie degli altri studenti. A mio avviso è un notevole segnale di pericolo: soprattutto in questo periodo in cui tanto si discute di etica anche legata alla manipolazione genetica, una scarsa conoscenza di queste discipline porterebbe i cattolici a non avere degli strumenti scientifici per esprimersi su una materia così delicata. Nonostante gli sforzi compiuti dal sistema universitario, le discipline scientifiche non sembrano essere considerate un terreno per un progetto di vita e di professione da parte di molti giovani. Secondo le statistiche diramate dal MIUR, anche per quest’anno, sebbene con una lieve tendenza contraria, alla fine del liceo i giovani preferiscono decisamente le carriere giuridiche ed economico-politiche e soltanto una minima parte si orienta verso il gruppo scientifico. Da cosa potrebbe nascere questo disamore dei giovani per le scienze? Non credo che la risposta si possa ascrivere ad un solo fattore, ma come per la maggior parte dei problemi complessi, è la risultante di diversi piccoli o grandi errori che sommandosi hanno portato all’attuale situazione. · Per la maggior parte degli studenti, il primo e decisivo incontro con la scienza avviene in ambito scolastico. Benché negli ultimi anni si assista ad un moltiplicarsi di programmi mediatici di divulgazione scientifica e il moltiplicarsi di strumenti e occasioni di informazione, l’ambito più rilevante rimane ancora la scuola, attraverso i primi libri di testo e il docente. Purtroppo, le politiche scolastiche, anche recenti, hanno penalizzato l’insegnamento scientifico nella scuola italiana, riducendolo come angustamente specialistico e/o molto “formalizzato”, molto lontano dalle effettive possibilità di apprendimento degli allievi. A questo limite si aggiunge una sostanziale ignoranza della dimensione storica, che produce una preparazione che da più parti è stata definita appunto come tecnicistica. · La mancanza di un’adeguata preparazione scientifica nella scuola media ha come risultato una bassa affluenza dei giovani alle Facoltà scientifiche. Secondo alcuni esperti, questo fenomeno è dovuto anche alla credenza comune che lo studio delle materie scientifiche sia più impegnativo rispetto a quello delle materie umanistiche. Affermazione in parte smentita da un documento diramato dall’ANISN (associazione nazionale insegnanti di scienze naturali) e redatto da V. Terreni: “Quello che sembra fortemente indebolito è il fascino della Scienza e della Ricerca che non domina più i sogni dei giovani anche molto prima che questi sogni si possano infrangere nelle difficoltà di uno studio superiore impegnativo e rigoroso”. Anche la mancanza di una puntuale opera di informazione sull’offerta formativa delle Facoltà scientifiche gioca un ruolo determinante. · L’attuale riforma dell’università ha innescato un profondo processo di trasformazione che riguarda sia la componente didattico-educativa che la ricerca. In particolare asseconda il “passaggio da una scuola delle conoscenze ad una scuola delle competenze” incentrata sul processo di apprendimento e preoccupata principalmente di misurare l’efficienza di tale processo in termini di risultati sociali. Parallelamente viene svuotata di contenuto la figura del docente, che si trova privato del suo ruolo centrale. · Anche la stampa ha dato un valido e robusto contributo alla demonizzazione dell’Università ed in particolare delle Facoltà scientifiche. Il quadro che se ne ricava è di una struttura vecchia, preda di nepotismi, con pochi fondi, che fa una ricerca mediocre perché mediocri sono i docenti (i migliori sono in fuga all’estero), con la prospettiva di un lavoro molto impegnativo, ma insicuro (lunghi anni di precariato) e sottopagato (se confrontato con gli stipendi pagati dalle industrie). Aggiungiamo che molti dei nostri ragazzi adottano la logica che viene passata dalla nostra Società: tutto, subito, con poca fatica e con tanti soldi, e forse diventa chiaro il loro atteggiamento nei confronti di una carriera che sicuramente offre soddisfazioni, ma da sempre richiede sacrificio, costanza, pazienza ed umiltà. · Quale l’atteggiamento dei giovani cattolici nei confronti delle scienze? Le loro scelte non sembrano essere dissimili da quelle dei coetanei, ma ho notato uno scarso interesse verso le biotecnologie, che al contrario, incon

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