UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Intervento di Dino Boffo alla Tavola Rotonda della Sessione Democrazia e Informazione

44a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
9 Ottobre 2004

L’argomento di questa “tavola rotonda” è tra i più pertinenti ma – nello stesso tempo – è anche tra i più sconfinati, e dunque sfuggenti. Occorre allora uno sforzo per avvicinarsi ai dati strutturali della questione, cercando di svincolarsi rispetto ai tanti ingredienti spumeggianti ma inessenziali. Non c’è democrazia senza informazione. Questa è una consapevolezza radicata nella coscienza dei popoli come dei cittadini. Ribadito questo però, che è il fatto basilare, naturalmente molto resta da precisare. Anche in questa sede si può tentare di farlo. Anzi, dobbiamo farlo. Nel desiderio di avvantaggiare il confronto, si suggerisce qualche spunto propedeutico alla comune riflessione. Oggi si parla di “overdose informativa”: ma questa sovrabbondanza dà ossigeno alla democrazia? Detta overdose è un fenomeno involontario e casuale, o tiene nascosti degli obiettivi surrettizi? Questa esuberanza di notizie soddisfa il bisogno di notiziabilità, o lascia – suo malgrado – scoperti dei segmenti di umanità, che per questo finiscono per non esistere? L’informazione non è un “bene” di consumo qualsiasi, giacché concorre – nelle persone - alla rappresentazione della realtà, e dunque incide nell’esercizio della libertà. A chi tocca il filtro della responsabilità? Si è parlato, anche nei giorni scorsi, di “guerra mediatica” per intendere un ricorso intensivo ai media nelle strategie di guerra. Alla democrazia serve ipotizzare dei registri di cautela o è meglio passare ( cioè trasmettere) tutto? L’informazione è spesso combinata con l’intrattenimento. Anche in questa formula l’informazione nutre la democrazia? Nell’era dell’ingorgo mediatico, il facile accesso agli strumenti informativi è garanzia di “essere informati”? O ci sono anche altre condizioni da prevedere? Lo snodo della questione sottesa al tema della tavola rotonda sta nel “pluralismo informativo”. Chi concretamente se ne deve far carico? Il cittadino, quale riserva e quali risorse ha per difendersi e interferire?

ALLEGATI