UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Indicazioni per una veglia biblica

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28 Ottobre 1999

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INTENZIONI LIBERE DI PREGHIERA
PREGHIERA
Ti ringraziamo, Signore, per i frutti che ogni anno la terra produce a beneficio dell'umanità: tu che rendi fecondo i l seme e lo moltiplichi con generosa larghezza, fa' che in eguale misura maturi in tutti noi il germe della giustizia e il frutto della pace. Per Cristo nostro Signore.
Proposta dei canti per la veglia (da "Nella casa del Padre")
Noi canteremo gloria a te - 15 Angeli del Signore - 98 Alleluia - 46 A te nostro Padre - 50 O Signore raccogli - 285 Grazie Signore - 346 Lodate Dio - 93 Mistero della cena - 98 Tutta la terra - 21
Introduzione
Prima voce In comunione con tutta la Chiesa italiana celebriamo la Giornata del Ringraziamento, la più vicina al grande Giubileo del 2000: mentre ringraziamo, andiamo incontro ad un nuovo dono dell'amore misericordioso del Padre, dono di rigenerazione della fede, della speranza, dell'amore.
Canto La creazione giubili
PREGHIERA
O Dio, Padre buono, che hai affidato all'uomo le risorse della terra, fà che il nuovo raccolto, dono del tuo amore e frutto dell'umana fatica, porti serenità nelle nostre case, e cooperi al bene di tutti a lode della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.
Prima voce
Nella Chiesa non si celebrano anniversari o commemorazioni, ma compimenti. Incamminarci dunque verso il Giubileo non significa solo verso l'esaltazione di gloriose gesta del passato, piuttosto verso un nuovo raccolto più abbondante, più buono, più completo, proveniente da una semina di 2000 anni fa, quando un solo chicco di Grano, caduto in terra, distrutto e morto, germogliò a nuova vita fruttificando salvezza per tutti. Celebriamo ogni domenica il ringraziamento-compimento per questo meraviglioso frutto dell'Amore del Padre. Oggi ringraziando Dio per i frutti della terra, diciamo anche che quel primo Grande Frutto ha "salvato" i nostri frutti.
Seconda voce "... l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì stimolare piuttosto la sollecitudine a coltivare questa terra, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo. Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del Regno di Cristo, tuttavia nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza per il Regno di Dio" (cf Lc 4, 23)." (Laborem exercens, 27)
Terza voce - Introduzione alla prima lettura
Dio consegna all'uomo il creato e lo fa Signore di esso: un po' come Colui che consegnò la vigna del suo popolo a degli amministratori, come Colui che consegnò i talenti ai suoi servi, e finalmente come Colui che consegnò il gregge a Pietro perché ne avesse cura.
I. lettura dal Libro della Genesi (Gen 1, 24-31)
"Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio li creò, maschio e femmina li creò. E Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra". Poi dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, e a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno."
Salmo responsoriale Dan 3, 56-82
Rit. Benediciamo il Signore, a Lui onore e gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedite, angeli del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, cieli, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, Il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, sole e luna, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, stelle del cielo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, piogge e rugiade, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, o venti tutti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, fuoco e calore, il Signore. lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, freddo e caldo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, ghiacci e nevi, il Signore lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, notti e giorni, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, luce e tenebre, il Signore. lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, folgori e nubi, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedica la terra il Signore, lo lodi e lo esalti nei secoli. Rit.
Benedite, monti e colline il Signore Benedite, creature tutte che germinate sulla faccia della terra, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, sorgenti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, mari e fiumi, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, mostri marini e quanto si muove nell'acqua, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, figli dell'uomo, il Signore lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Rit.
Prima voce
Le situazioni contingenti sembrerebbero indurre al pessimismo, all'ironia triste se non al cinismo: nulla ha senso, la vita si gioca su denaro, potere, piaceri illusori per sopportare l'amarezza del vivere: di fronte a tutto questo anche noi cristiani sembriamo vinti dallo scoraggiamento, oppressi dalla tristezza, amareggiati per non saper trovare soluzioni di speranza. Il dono di Gesù, Parola de l Padre, risveglia questa umanità sconfitta come fece con la bambina morta: "Le prese la mano e le disse: Talità kum! - fanciulla, io ti dico, alzati!" (Mc 5, 41).
Seconda voce
La fede ci garantisce interiormente che nulla della nostra umanità andrà perduto, anzi, tutto rientra in un grande disegno d'amore che Dio e l'uomo insieme vanno realizzando. Il lavoro agricolo è emblematico di tale relazione: in esso più facilmente si coglie l'opera dell'uno e dell'altro protagonista. Dio dona la terra, i semi, la pioggia, il sole, la natura intera con le sue leggi; l'uomo che utilizza il tutto, nel rispetto delle finalità del Creatore, organizza la produzione di buoni e abbondanti frutti per tutta l'umana famiglia: davvero una bella cooperativa!
Terza voce - Introduzione alla seconda lettura La creazione attende una liberazione: oggi diremo che invoca una liberazione. Liberazione dall'inquinamento per essere risanata, dalla schiavitù dell'economia per poter distribuire a tutti i suoi buoni frutti, per poter esser 'casa' per tutti i forestieri, per lasciar trasparire in altre parole l'orma dell'Artista divino che l'ha creata.
II lettura (Rm 8, 18-24a) Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani
"Fratelli, io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza."
Prima voce - Introduzione al Vangelo
Ebbene, ci troviamo a vivere un momento cruciale di questa collaborazione, nel precario equilibrio tra il desiderio di buoni frutti e la tentazione (o il rischio) di prevaricare le leggi della natura a volte stretti dalle necessità, altre in vista di una ricchezza egoistica: l'inquinamento certamente è prevaricazione, le biotecnologie si muovono tra speranza e angoscia; i grandi potentati economici e politici talora ci sembrano completamente estranei alle aspirazioni buone di produttori e consumatori dei frutti della terra, lontani anni-luce dalle intenzioni di quel Padre che ha dato la terra perché tutti i suoi figli potessero goderne in pace. Anche i valori morali e religiosi che erano stati a lungo coltivati e custoditi nelle nostre famiglie rurali: unità della famiglia, religiosità profonda, solidarietà... sono messi a dura prova.
Seconda voce
"Colui che ha affidato la terra all'uomo perché la custodisse, nella Sua infinita misericordia, offre all'uomo in Cristo Risorto la nuova definitiva possibilità, lo reintegra nel suo ruolo di signore-custode della terra: "con la sua risurrezione costituito Signore, egli, il Cristo, a cui è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra, opera ormai nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito,(...) purificando e fortificando quei generosi propositi, con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra" (cf 2 Pt 3, 13) ". (Laborem exercens, 27)

Terza voce
In questo contesto incamminarci verso il Giubileo significa rilanciare la Buona Novella del Regno di Dio che viene... nelle nostre campagne. Oggi ancora Gesù ci raduna attorno a sè, su un'altura, ci fa sedere su un prato e proclama solennemente: "Bea ti gli operatori di pace, beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, saranno saziati". L'incontro con Gesù produce una tale rigenerazione che ci permette di credere e operare l'impossibile !
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12)
"Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi"".
Omelia
Spunti per la riflessione e l'impegno
- sotto quali aspetti l'agricoltura di oggi, nel tuo territorio, a livello nazionale, europeo e mondiale attende redenzione? (condizioni di lavoro, proprietà e conduzione dei terreni, terre condannate a non produrre, distribuzione dei frutti della terra per tutta la famiglia umana, sviluppo e bio-etica)? - quale impegno è richiesto al singolo agricoltore e ad ogni cristiano per 'redimere' l'agricoltura nel terzo millennio? ( personale, ecclesiale, culturale, politico). - quali sono i compagni di viaggio e/o gli interlocutori con cui portare avanti progetti costruttivi? (comunità cristiana, associazio