Sul versante delle organizzazioni internazionali registriamo una generale fase di impasse, una inadeguatezza nellaffrontare le sfide del nuovo Millennio, una difficoltà nel superare il riemergente unilateralismo, a scapito dellapproccio multilaterale quale ricerca di soluzione ai problemi globali.
Da una parte lOrganizzazione delle Nazioni Unite, di cui si discutono le difficoltà strutturali nella gestione dei conflitti e delle crisi umanitarie, senza che si attui una sua reale riforma; dallaltra parte, lOrganizzazione Mondiale del Commercio che ha dichiarato la sospensione sine die dei negoziati commerciali internazionali, incagliandosi per linflessibilità delle economie ricche, nella cui logica non rientrano minimamente le ricadute drammatiche sui paesi più poveri.
La gravità della situazione della fame nel mondo ci obbliga ad unazione urgente per riattivare lattenzione su questo dramma, ad una sfida che siamo chiamati ad affrontare e che pretendiamo entri nelle agende dei nostri governi. Per questo motivo, viviamo lapprossimarsi dello Special Forum, levento che la FAO (lOrganizzazione per lAlimentazione e lAgricoltura delle Nazioni Unite) organizza a Roma a ottobre, con la speranza e la determinazione per far sì che almeno questo appuntamento internazionale sia una reale occasione di riflessione e di autocritica per i governi.
Il Summit si tiene a dieci anni dal primo Vertice Mondiale dellAlimentazione del 1996, in occasione del quale i rappresentanti di 185 paesi e lUnione Europea hanno fissato lambizioso progetto di dimezzare entro il 2015 la percentuale mondiale di popolazione denutrita, primo degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio poi adottati dai 189 Stati delle Nazioni Unite nel 2000.