I valori che i giovani portano nel lavoro
Nessuno educa nessuno,
gli uomini si educano tra loro,
con la mediazione del mondo
(Paulo Freire)
Il tema della Giornata della Solidarietà
La riflessione sul mondo che educa e sulla società, che si costruisce attraverso il contributo e loperosità di tutti, ci conduce ad alcune riflessioni sul nostro futuro. E il futuro sono i giovani.
Se ne parla molto, nel bene e nel male, e si descrivono, talvolta, con accenti di sconcerto. Spesso si generalizza sugli atteggiamenti di violenza e di bullismo; si dicono avidi di danaro e ingenui, violenti e pigri, spericolati e amorali.
Oppure si scoprono interessi inimmaginabili, generosità e dedizione, volontà di riscatto e impegni gratuiti, coraggio e fiducia in ciò che cè di buono nel cuore di ciascuno.
Si fa spesso della retorica, si ripetono luoghi comuni e si fanno scoperte gioiose. Il mondo dei giovani è comunque sempre nuovo, inedito poiché vive il tempo della preparazione e il tempo degli ingressi.
Qualcuno chiede permesso, qualcuno si ferma sulla soglia, qualcuno ha paura e non bussa nemmeno; qualcuno si catapulta dentro, spaventato e stordito dallansia di vedere che cosa cè dallaltra parte.
Vogliamo però limitare lorizzonte del mondo giovanile, questa volta e, nello stesso tempo, tentare una rilettura interessante, curiosa, per qualcuno improbabile. Eppure ci sembra percorribile. Vogliamo, così, cercare di intravedere: i valori che i giovani portano nel lavoro.
Vogliamo rileggere quel momento particolare in cui il giovane si presenta al suo primo lavoro. E il tempo della propria autonoma responsabilità dopo il tempo della custodia. E il tempo della propria rivoluzione interiore nel suo impatto sociale.
Finora questo giovane è stato sostenuto, difeso, cautelato (e non vogliamo entrare in discussione sul come) ed ora la realtà nuova del lavoro lo trova e lo vuole, improvvisamente solo, con le proprie capacità e possibilità, competenze e volontà, responsabilità e fragilità.