erranno stanziate.
7.4. Sensibilizzare ai gesti di soli darietà e offrire opportunità per i gesti di reciprocità § Per quanto riguarda i gesti di solidarietà si vorrebbe tentare una sensibilizzazione delle Chiese locali a riguardo dell'opportunità di mettere a disposizione beni di loro proprietà (in particolare beni culturali) per la costituzione di imprese giovanili agevolate, senza perderne la proprietà, ma valorizzandoli ulteriormente. Da questo punto di vista si potrebbe realizzare una proficua collaborazione con l'Ufficio dei beni culturali ai diversi livelli. § Per quanto concerne i rapporti di reciprocità, oltre a quanto è già stato scritto e programmato si vorrebbe potenziare l'esperienza di sostegno tramite tutoraggio tra cooperative del Nord e nascenti cooperative del Sud, secondo il modello di accordo riportato in nota e con il sostegno economico di alcune Fondazioni (in parte ancora da ricercare). Tale modalità è stata sperimentata in modo positivo con i fondi della CEI stanziati per il sostegno di 5 progetti in aree particolarmente difficili. Il Progetto Policoro
1. Identità § Progetto organico della Chiesa italiana che tenta una risposta concreta sul problema della disoccupazione al sud. § Policoro, in provincia di Matera, è il luogo del primo incontro nel dicembre del 1995, subito dopo il 3° Convegno ecclesiale di Palermo.
2. Soggetti promotori Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, Servizio nazionale pastorale giovanile e Caritas italiana, § convinti che: "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore" (GS 1).
3. Problema Disoccupazione giovanile al Sud: § "Non si può non rimanere colpiti da un fatto sconcertante di proporzioni immense: e cioè che, mentre da una parte cospicue risorse della natura rimangono inutilizzate, dall'altra esistono schiere di disoccupati e di sottooccupati" (LE 18). § "Abbiamo udito anche il dolore e la protesta contro… il dramma della disoccupazione giovanile" (CDCS 22).
4. Icona biblica At 3,1-10 ~ Pietro e Giovanni, allo storpio che chiedeva l'elemosina alla Porta bella del Tempio, non hanno da offrire ricchezze materiali, ma il Vangelo che è Gesù. § La Chiesa, comunità di persone, non offre ai giovani disoccupati delle ricchezze materiali, ma principalmente annuncia loro ciò che possiede: "Non possiedo né argento, né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!". § La ricchezza del Vangelo può veramente cambiare la vita della gente ed aiutare le persone ad alzarsi dalla strada della rassegnazione, del mendicare assistenza per camminare lungo sentieri di speranza e sviluppo.
5. Obiettivi § Offrire alle Chiese locali strumenti e opportunità per affrontare il problema della disoccupazione giovanile in una prospettiva di evangelizzazione e di promozione umana. § Aiutare le Chie se ad interagire tra di loro con spirito di solidarietà e di reciprocità. § Stimolare le varie pastorali e le aggregazioni laicali a lavorare "a rete" in un'ottica di sinergia e di collaborazione reciproca.
6. Linee di intervento 6.1. Sinergia tra pastorali e forze laicali. Imparare a lavorare insieme secondo un progetto comune e con uno stile di crescita nella solidarietà, nella comunione e nel rispetto reciproco delle specificità e competenze. § Costituire un coordinamento, a livello nazionale, regionale e diocesano, formato dai rappresentanti delle tre pastorali e dalle forze sociali di ispirazione cristiana. § A livello nazionale, a Roma, si ritrovano regolarmente i Coordinatori regionali del Progetto e la Filiera delle aggregazioni laicali impegnate nell'evangelizzazione (Agesci, Gifra, Gioc, Giovani delle Acli, Mlac…) e quelle operanti nel sociale e nel mondo del lavoro (Confcooperative, Cenasca-Cisl, Acli, Banca etica, Coldiretti, Sviluppo Italia, Volontariato-senior...). § Tre volte l'anno, circa, si tiene un incontro tra tutti i collaboratori del progetto a Policoro (per l'Italia peninsulare); a Pergusa (per la Sicilia); a Tor Grande (per la Sardegna).
6.2. L'evangelizzazione dei giovani disoccupati o in situazione irregolare di lavoro § L'impegno di evangelizzazione aiuta a maturare la consapevolezza che il cristiano non vive la propria vita come risposta alle emergenze che incontra, ma come fedeltà al Signore, che chiama ad alzarsi in ogni situazione, a stare in piedi, confidando sulla sua Parola. § Si tratta di una piena assunzione della propria condizione di vita - anche quando si rivela difficile e contrariata - nella prospettiva della fede, della speranza e della carità cristiana. § A tale scopo, i vari coordinamenti regionali organizzano momenti di formazione (corsi regionali) per animatori della pastorale in grado di diffondere questa particolare attenzione pastorale nei confronti dei giovani in cerca di lavoro o con esperienze neg ative di lavoro. § I corsi regionali seguono uno schema comune caratterizzato da alcuni contenuti: - analisi della situazione e la sua lettura in una prospettiva di fede; - significato e strumenti dell'annuncio evangelico nei contesti di disoccupazione; - approfondimento della dimensione missionaria della pastorale giovanile; - ascolto di esperienze di aggregazioni laicali sull'evangelizzazione di giovani lavoratori; - scambio di esperienze e di comunicazioni sul ruolo degli animatori della pastorale.
6.3. La formazione delle coscienze e della mentalità per una nuova concezione del lavoro Diffondere una nuova mentalità di fronte al lavoro, non solo guidata dai nuovi scenari mondiali e dalle nuove congiunture, ma anche ispirata ai valori umani e cristiani della responsabilità personale, della solidarietà e della cooperazione. I livelli di formazione sperimentati sono tre: § Il primo livello: corso di base per giovani e giovanissimi, per una prima conoscenza dei cambiamenti in atto e per la maturazione di nuovi atteggiamenti propositivi di fronte al lavoro e alla sua ricerca. - Vede particolarmente impegnato il Cenasca e coinvolge i giovani sulle problematiche del lavoro e della cooperazione. § Il secondo livello: corsi residenziali specifici, volti all'acquisizione di competenze atte a porre i giovani in condizione di attivarsi, in modi diversi, per la ricerca e la creazione di lavoro (imprese giovanili, cooperative, stage formativi...). - Si impegnano la Confcooperative e le altre forze della Filiera della formazione per educare i giovani all'imprenditorialità di tipo cooperativo e per accompagnarli nell'avviamento di nuove cooperative sociali. § Il terzo livello: gli animatori di comunità. Corsi per la formazione dei formatori, cioè figure di giovani o di adulti che, a livello diocesano, si adoperino per la crescita di una sensibilità nuova nei confronti del lavoro, sia sul versante dell'evangelizzazione che della nuova cultura, impegnandosi a m obilitare tutte le forze disponibili sul territorio. - Gestiti dalla Società per l'imprenditorialità giovanile e finanziati con il fondo sociale europeo, si sono realizzati corsi per la preparazione di giovani in grado di realizzare un'animazione del territorio sia sul piano culturale che sociale con un'attenzione specifica alla disoccupazione giovanile secondo le finalità e gli obiettivi del progetto Policoro: § sul piano formativo: corsi di varia natura; collaborazione all'iniziativa IG Student. § sul piano dell'informazione: sportelli informativi; accompagnamento al prestito d'onore. § sul piano delle iniziative concrete: preparazione avvio di cooperative. § sul piano dell'evangelizzazione e della sensibilizzazione: incontri sul territorio e nelle parrocchie. 6.4. I gesti concreti di solidarietà e i rapporti di reciprocità tra le Chiese. I gesti concreti di solidarietà riguardano l'impegno delle Chiese particolari a sostenere, nelle forme più diverse, l'avvio di nuove attività produttive da parte dei giovani al fine di far crescere quei segni di speranza che vincono la rassegnazione e lo scoraggiamento. § Le iniziative che sono state intraprese sono molteplici e vanno da varie forme di sostegno economico alla decisione di mettere a disposizione beni di varia natura (terreni, musei di arte sacra, edifici storici) che, in base alle leggi vigenti, consentono di fare imprese giovanili con forti agevolazioni e facilitazioni di investimenti. § All'interno di questa progettualità, sollecitati anche da alcune convinzioni maturate dal Convegno ecclesiale di Palermo, è cresciuta la convinzione dell'importanza di creare delle opportunità di incontro tra le varie Chiese italiane, una sorta di rapporti di reciprocità, tra le Chiese di alcune regioni del Sud con le Chiese di altre regioni del Centro-Nord, secondo questo schema: Calabria - Triveneto Campania e Basilicata - Lombardia Puglia - Emilia Romagna Abruzzo-Molise - Marche Sicilia - Piemonte Sardegna - Toscana. § Si tenta di costruire una rete di reciprocità che permetta di realizzare la comunicazione e lo scambio di doni tra le Chiese, la cooperazione tra il Nord e il Sud d'Italia, "in modo che la comunione ecclesiale sia fermento di solidarietà sociale e di unità nazionale" (CDCS 22). § A semplice titolo esemplificativo si riportano iniziative o proposte che si possono realizzare: - scambi di esperienze di pastorale giovanile, di evangelizzazione dei giovani lavoratori e disoccupati; di obiettori della Caritas. - accoglienza e ospitalità temporanea di giovani in formazione al lavoro presso aziende o cooperative del Centro-Nord. - attivazione dell'associazionismo laicale religioso, affinché rimetta a tema un'attenzione specifica al problema del lavoro nei suoi diversi aspetti: educazione al significato e ai valori cristiani, nuova cultura del lavoro, nuove forme di solidarietà. - maggior conoscenza tra le Chiese in reciprocità tra di loro, con scambio di iniziative e di esperienze significative nei vari ambiti della pastorale. - coinvolgimento delle parti sociali, del sindacato, delle aggregazioni perché si impegnino a creare rapporti di scambio, di conoscenze, di formazione e forme di partenariato solidale. - attivazione dei centri di formazione professionale affinché individuino opportunità di formazione specifica per giovani in procinto di avviare forme di lavoro particolari. - scambi, a vari livelli, tra imprese e cooperative delle varie regioni per creare una nuova mentalità solidale a fronte del problema della disoccupazione e per aiutare l'inserimento sul mercato dei beni e dei servizi delle nuove "attività lavorative giovanili" che sorgono al Sud.
7. Le prospettive del Progetto A questo punto del percorso emergono, a partire dalle esperienze maturate insieme, alcune priorità che, fermi restando gli obiettivi di fondo, si vorrebbero particolarmente sostenere e incrementare anche alla luce della rivisitazione del documento Chiesa italiana e Me zzogiorno: sviluppo nella solidarietà.
7.1. Incrementare la mentalità di un lavoro comunitario Risulta pertanto essenziale che in ogni realtà diocesana si cerchi di lavorare insieme, superando difficoltà e resistenze, convinti che con la buona volontà di tutti è possibile vivere nello spirito evangelico la capacità di aiutare gli altri "senza farsi troppa strada". Potrebbe essere interessante riuscire ad organizzare, a livello regionale, almeno un momento comunitario tra tutte le pastorali e le forze sociali delle varie diocesi per approfondire le motivazioni e lo stile del progetto Policoro.
7.2. Formare un gruppo di animatori di pastorale giovanile Si avverte l'esigenza di offrire alle varie regioni interessate un percorso formativo per animatori di pastorale giovanile attenti ai giovani disoccupati o in situazione di cattivi lavori: Tre week-end residenziali (da venerdì sera a domenica) nel corso dell'anno con l'obiettivo di formare animatori per situazioni "informali" che sappiano coniugare l'annuncio del Vangelo con le diverse situazioni di vita quotidiana e di ricerca del lavoro a giovani disoccupati o con lavori neri e precari. Il percorso verrà seguito in particolare dalla "Filiera delle aggregazioni laicali per l'evangelizzazione" (Agesci, Gifra, Gioc, Giovani delle Acli, Mlac) con l'obiettivo di sviluppare il lavoro di sinergia tra le associazioni di evangelizzazione e con l'intento di rimotivare e far crescere la presenza delle associazioni laicali giovanili nelle realtà ecclesiali sia come risorsa per la Chiesa, che per la società civile.
7.3. Curare il coordinamento della formazione § Continuare il coordinamento dei Centri e degli animatori di comunità e con l'aiuto della Filiera della formazione, guidata dalla Confcooperative, continuare l'assistenza e il coordinamento dei Centri e degli Animatori di comunità coinvolgendo i nuovi Centri che verranno aperti e le nuove borse che v