on vogliamo vedere il dolore: non vogliamo vedere i poveri. E sono invece le realtà più presenti, direi le presenze che non possiamo non vedere e non ricordare. Fino a quando riusciremo a tenere chiusi gli occhi davanti a queste certezze che l'uomo può anche non vedere?" (Primo Mazzolari). PER LA PREGHIERA Signore, quando avrò fame, portami qualcuno da nutrire; quando avrò freddo, qualcuno da vestire; quando non avrò più tempo per me, portami chi è minorato, chi non sa operare; nelle mie ore di amarezza portami chi non ha più speranza, chi è rimasto solo nella vita. Solo così, Signore, potrò sentirti più vicino nella persona di chi soccorro, sicuro che getterai su di me i tuoi infiniti compensi! Non correrò il rischio di essere affamato, vinto dal freddo, angosciato dalla solitudine, perché avrò con me la tua smisurata capacità di soccorso. Più di tutto avrò il senso vivo della tua affettuosa presenza nella mia vita e la partecipazione al mondo della tua grazia
(Anonimo)IL LIBRO DELLA BIBBIA "Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: " Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso"" (Lc 10, 25-37). PER COMPRENDERE IL TESTO - Di fronte al povero siamo anche noi come il sacerdote ed il levita della parabola. Molte sono le obiezioni che ci nascono dentro e le questioni che sorgono nel nostro cuore; esse vengono dalla nostra pochezza, dalla enormità del compito che ci viene richiesto, dai pregiudizi che ci portiamo dentro.
- Il samaritano, invece, guarda col cuore e si lascia coinvolgere, muta i suoi programmi, si ferma, si fa vicino, cura le piaghe, paga… e ci parla così dello sguardo di Dio che incrocia la nostra povertà e si lascia coinvolgere a tal punto da dare tutto se stesso, anche la sua stessa vita. Dio ascolta il lamento del povero, e chi sa mettersi sulla lunghezza d'onda del suo lamento impara ad ascoltare i battiti del cuore di Dio.
- Il povero diventa così una parola che Dio ci rivolge. Con la sua sola presenza, con il suo silenzio, egli educa, se lo sappiamo ascoltare, i nostri occhi ed il nostro cuore, perché diventino sempre più come gli occhi ed il cuore del Signore. IL LIBRO DELLA VITA - La parabola intende innanzitutto insegnarci a convertirci al povero, fargli spazio, farsi accanto a lui, entrare nel suo mondo, lasciarci coinvolgere e cercare con lui le vie di un cammino di vera e piena liberazione. Cosa vuol per le nostre comunità convertirsi ai poveri? Quali passi sono chiamate a fare? Quali difficoltà incontrano su questa strada?
- Il povero è il luogo nel quale Dio ci dà appuntamento e ci chiama. Quale spazio occupano i poveri nella vita delle nostre comunità? E' viva la coscienza che essere Chiesa di Cristo vuol dire essere la Chiesa dei poveri? Che cosa impedisce ai poveri di sentirsi a casa loro nelle nostre comunità? PER CONTINUARE lA RICERCA "Dio, chi è? Prima mi importa saper se Dio c'è. I poveri, chi sono? Prima mi importa sapere se ci sono. Non mette in conto ch'io vi spieghi chi sono i poveri, se non ci siamo ancora accorti che i poveri ci sono, e non lontano da noi. Pare assai comodo scordare che Dio esiste; pare assai comodo scordare che i poveri esistono. Quella dei poveri, come quella di Dio, è un'esistenza scomodante. Sarebbe meglio che Dio non ci fosse; sarebbe meglio che i poveri non fossero; poiché, se Dio c'è, la mia vita non può essere la vita che conduco: se ci sono i poveri, la mia vita non può essere la vita che conduco. Sono parecchie le cose che non vorremmo che fossero. Ne nomino alcune, le più ingombranti, le più certe, purtroppo: la morte, il dolore, i poveri, Dio. Non vogliamo vedere Dio: non vogliamo vedere la morte: n