Sono lieto di presentare il documento Compendio della dottrina sociale della Chiesa, elaborato, secondo l'incarico ricevuto dal Santo Padre Giovanni Paolo II, per esporre in maniera sintetica, ma esauriente, l'insegnamento sociale della Chiesa.
Messaggio di S.S. Giovanni Paolo II in occasione della 37ª Giornata Marcia per la pace celebrata a Ragusa il 31 dicembre 2004. Inoltre alcuni sussidi e riflessioni sul tema.
“Senza la domenica non possiamo vivere” è la testimonianza dei martiri di Abitene che ha ispirato il congresso eucaristico nazionale 2005. In preparazione a questo evento, la Conferenza Episcopale pugliese ha svolto vari convegni di studio.
Il volume qui presentato raccoglie i lavori del convegno su “Etica del profitto e responsabilità sociale d'impresa”, tenuto a Genova, il 26-27 marzo 2004.
Il messaggio di S.S. Giovanni Paolo II per la celebrazione della 36ª Giornata Mondiale per la pace e alcune riflessioni e sussidi per la marcia della pace celebrata a Termoli il 31 dicembre 2003
«Un impegno sempre attuale: educare alla pace». Così Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata mondiale del 1° gennaio 2004. Educare alla pace «è oggi più urgente che mai, perché gliuomini, di fronte alle tragedie che continuano ad affliggerel’umanità, sono tentati di cedere al fatalismo, quasi che la pace sia un ideale irraggiungibile. La Chiesa, invece, ha sempre insegnato e insegna ancor oggi un assioma molto semplice: la pace è possibile. Anzi, la Chiesa non si stanca di ripetere: la pace è doverosa» (Giovanni Paolo II, Un impegno sempre attuale: educare alla Pace, n. 4). Per i cristiani l’impegno di educare se stessi e gli altri alla pace appartiene al genio stesso della loro religione (ibidem, n. 3).
Una “Carta delle responsabilità” in ordine alla cittadinanza non pretende di essere un elenco prescrittivo di regole e comportamenti vincolanti per i credenti: vuole essere piuttosto l'individuazione di alcune indicazioni generali e di alcuni criteri che permettano ulteriori approfondimenti e riflessioni; vuole essere anche un'indicazione di “senso” nei confronti di atteggiamenti concreti e operativi che tengano anche conto delle luci e delle ombre in tutti gli ambiti da quello della socialità a quelli della legalità e della pace.
Questo Sussidio si pone in ideale continuità con quello intitolato “Etica e finanza”, pubblicato nel settembre 2000. Molte delle affermazioni qui fatte si basano infatti su quanto là espresso, senza che sia parso necessario riprendere compiutamente ogni singolo passaggio. Anzi, si può ben dire che questo Sussidio tenta di specificare il precedente relativamente a un fenomeno più preciso, appunto quello della finanza internazionale.
«Colui che è stato tra i morti ha calpestato la morte. Ha spogliato l’inferno lui che è disceso agli inferi. Ha fatto amaro l’inferno che ha osato toccare la sua carne. Toccava un corpo e s’è trovato davanti Dio, toccava il visibile e ha trovato l’invisibile. Cristo s’è alzato e la vita regna».
Pacem in terris: un impegno permanente Sono trascorsi quasi quarant’anni da quell’11 aprile 1963, in cui Papa Giovanni XXIII pubblicò la storica Lettera enciclica Pacem in terris. Si celebrava in quel giorno il Giovedì Santo. Rivolgendosi “a tutti gli uomini di buona volontà”, il mio venerato Predecessore, che sarebbe morto due mesi più tardi, compendiava il suo messaggio di pace al mondo nella prima affermazione dell’Enciclica: “La pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio” (Pacem in terris, introd.: AAS, 55 [1963], 257). – Cremona, 31 dicembre 2002