Il lavoro è di «primaria importanza per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell’umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l’uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita» (Benedetto XVI, Omelia, 19 marzo 2006).
È importante impegnarsi perché ogni persona possa vivere un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale, prendendosi cura degli altri nella fatica del lavoro e nella gioia della festa, rendendo possibile la condivisione solidale con chi soffre, è solo o nel bisogno.
Il rapporto fra le donne e il lavoro è ancora oggi attraversato da diverse criticità , nonostante gli innumerevoli progressi registrati sia sul piano della loro partecipazione al lavoro, sia della crescita dei volumi di impiego femminile.
“Nel gesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci è condensata la vita intera di Gesù che si dona per amore, per dare pienezza di vita. Neppure il suo corpo ha tenuto per sé: «prendete», «mangiate». L’insegnamento del Maestro trova compimento nel dono della sua esistenza: Gesù è la parola che illumina e il pane che nutre, è l’amore che educa e forma al dono della propria vita: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37)” (CEI, orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo, 28 ottobre 2010, n. 18)
Organizzato dall'Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale per la pastorale giovanile e l'Ufficio Nazionale per l'educazione, la scuola e l'università, il convegno “GIOVANI E LAVORO”.
Organizzato dall'Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale per la pastorale giovanile e l'Ufficio Nazionale per l'educazione, la scuola e l'università, il convegno “GIOVANI E LAVORO”.
Le quotidiane vicende di incidenti sul lavoro, il tragico evento che ha coinvolto sette operai della Tyssengroup di Torino, ci hanno spinto ad organizzare questo seminario nazionale, con il desiderio di ripeterlo con i soggetti locali in 10 città.
Le quotidiane vicende di incidenti sul lavoro, il tragico evento che ha coinvolto sette operai della Tyssengroup di Torino, ci hanno spinto ad organizzare questo seminario nazionale, con il desiderio di ripeterlo con i soggetti locali in 10 città.
L’idea chiave di questo incontro è la parola “riconciliazione”, intenzionalmente interrotta da quel trattino che chiede una sospensione della voce, ma anche una pausa di riflessione.
Parlare della sola “conciliazione” è infatti più semplice, per certi versi più tranquillizzante; aziende, associazioni, politici, studiosi si interrogano sempre più frequentemente sul modo in cui rendere compatibili due ambiti di vita, due luoghi “gelosi”, che esigono il tempo delle persone solo per sé, escludendo l’altro. In tal modo l’uno vince e l’altro perde: se vuoi avere tempo familiare devi perdere qualcosa sul lavoro, se stai a lavoro devi dimenticare la famiglia. … Risulta così evidente, tanto più in Italia, che sia necessario “conciliare” questi due ambiti, queste due esigenze, che sono entrambi spazi irrinunciabili della persona: il lavoro perché essenziale per garantire la dignità dell’autonomia economica, ma anche per l’identità sociale, per il ruolo, per l’autorealizzazione personale; la famiglia perché ambito primario di generazione di quelle relazioni di fiducia, reciprocità e dono insostituibili nel costruire, alimentare e proteggere la dignità e la libertà delle persone.
L’idea chiave di questo incontro è la parola “riconciliazione”, intenzionalmente interrotta da quel trattino che chiede una sospensione della voce, ma anche una pausa di riflessione.
Parlare della sola “conciliazione” è infatti più semplice, per certi versi più tranquillizzante; aziende, associazioni, politici, studiosi si interrogano sempre più frequentemente sul modo in cui rendere compatibili due ambiti di vita, due luoghi “gelosi”, che esigono il tempo delle persone solo per sé, escludendo l’altro. In tal modo l’uno vince e l’altro perde: se vuoi avere tempo familiare devi perdere qualcosa sul lavoro, se stai a lavoro devi dimenticare la famiglia. … Risulta così evidente, tanto più in Italia, che sia necessario “conciliare” questi due ambiti, queste due esigenze, che sono entrambi spazi irrinunciabili della persona: il lavoro perché essenziale per garantire la dignità dell’autonomia economica, ma anche per l’identità sociale, per il ruolo, per l’autorealizzazione personale; la famiglia perché ambito primario di generazione di quelle relazioni di fiducia, reciprocità e dono insostituibili nel costruire, alimentare e proteggere la dignità e la libertà delle persone.
Convegno nazionale dei delegati e dei rappresentanti delle Associazioni che fanno parte della Consulta, svoltosi a Firenze dal 27 al 30 giugno 2002.
Convegno nazionale dei delegati e dei rappresentanti delle Associazioni che fanno parte della Consulta, svoltosi a Firenze dal 27 al 30 giugno 2002.