UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

‘Capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e ideatori di progetti’ (Es 35,35). Il significato di un sussidio per l’evangelizzazione degli artigiani

15 Dicembre 1999

1. Il discernimento: l´impegno a servizio della verità
La comprensione dei nuovi scenari che segnano il mondo del lavoro in generale, e l´artigianato in particolare, costituisce un´esigenza irrinunciabile per la presenza responsabile dei cristiani nella società. Troppe volte, nella lettura della realtà, il rischio delle semplificazioni riduttive porta ad ignorare la complessità e l´ambivalenza delle situazioni dimenticando che stiamo vivendo uno scontro di fondo che caratterizza la nostra società. Ad un neo–liberismo sfrenato, selvaggio, che invoca il libero mercato come la panacea di ogni male e l´unica prospettiva praticabile per affrontare i problemi, si oppone un neo–statalismo nostalgico e camuffato che pretende di tornare a soluzioni che non sono più praticabili. In questi frangenti diventa quanto mai necessaria un´opera di discernimento come ricerca della verità delle cose, alla luce di valori dell´uomo e della proposta evangelica del significato della vita e del lavoro umano. In quanto cristiani non siamo portatori di nuove soluzioni, ma abbiamo il dovere di comprendere a fondo le situazioni perché siamo i cultori della verità. 
La stessa dottrina sociale della Chiesa si colloca in questa prospettiva; mettendo al centro l´uomo e la sua dignità, propone ai credenti, e a tutti gli uomini di buona volontà, il coraggio di una comprensione il più possibile corretta dei fenomeni sociali per valorizzare e sostenere gli aspetti positivi, ma anche per denunciare e correggere le distorsioni e le anomalie. Con questo spirito è necessario comprendere la realtà del lavoro autonomo, delle PMI, in Italia, per riconoscere quei valori che l´artigianato ha saputo esprimere, rilanciando un modello produttivo significativo – che molti davano per superato – ma che nei fatti è stato fonte di benessere in molte regioni, arrestando il dramma dell´emigrazione che da tempo segnava intere popolazioni. L´artigianato ha saputo ridare una vitalità nuova al valore dell´imprenditorialità e della creatività ed al contempo è stato capace di fare sistema a partire da alcuni valori condivi, quali quello della famiglia, della serietà professionale, della capacità, dell´efficienza e della disposizione innovativa. 
Ma a fianco di questi aspetti positivi è essenziale avere il coraggio di riconoscerne altri problematici che il più delle volte sono quelli emergenti e inediti. Non si intende fare una critica distaccata e asettica, ma con l´atteggiamento di chi ha a cuore questa modalità di lavoro, si vuole riconoscere le sfide nuove che l´artigianato è chiamato a dover affrontare, convinti che "con il grano cresce sempre la zizzania...". In particolare la logica imperante di un´iperconcorrenza spietata, dettata dall´esigenza di dover stare su un mercato sempre più esigente e diversificato, comporta delle pesanti ricadute nella vita soprattutto per quanto riguarda i tempi personali e quelli familiari. 
D´altra parte il mito di un benessere senza fine, che si collega con una sorta di delirio dell´onnipotenza nel fare, rivela, oltre che una politica di sviluppo dal "fiato corto", la mancanza di una prospettiva solidaristica più ampia, sia a livello nazionale che internazionale.La carenza, inoltre, di luoghi e di tempi dove affrontare una riflessione sul come governare questi fenomeni nuovi contribuisce alla crisi di alcuni valori essenziali dell´artigianato. L´impegno della pastorale del lavoro in questa ricerca della verità non intende penalizzare nessuno, né dare giudizi gratuiti e infondati, tanto meno sostenere acriticamente i luoghi comuni, ma piuttosto incoraggiare il positivo di un´esperienza, aiutandola a correggere le distorsioni "ridando un´anima" al mondo del lavoro e dell´artigianato, secondo le indicazioni emerse al Convegno ecclesiale di Palermo. "Occorre guardare avanti, non avere paura del futuro, valorizzare le grandi capacità del nostro popolo, diffondere ulteriormente in tutto il Paese quella volontà e quelle attitudini di libera iniziativa, economica e sociale, spesso a livello familiare, che già hanno consentito a non poche regioni italiane di uscire da situazioni di secolare povertà e di svolgere un forte ruolo in Europa" 

2. La conversione pastorale
Fondamentale risulta la volontà di una conversione pastorale che esprima pienamente la volontà della Chiesa di stare nella storia con amore, tramite alcune scelte prioritarie che guidino anche l´azione della pastorale del lavoro. In primo luogo la riscoperta della centralità della missione, vale a dire la piena assunzione di quanto si è andato maturando in questi ultimi anni a livello ecclesiale: "La Chiesa, ha affermato il Papa a Palermo, "sta prendendo più chiara coscienza che il nostro non è il tempo della semplice conservazione dell´esistente, ma della missione" . Non ci si può limitare alle celebrazioni rituali e devozionali e all´ordinaria amministrazione: bisogna passare a una pastorale di missione permanente". 
E urgente, pertanto, ripensare una pastorale sociale e del lavoro che ritrovi la forza di uscire dagli schemi consolidati delle prese di posizione per riscoprire l´importanza di incontrare gli artigiani, di aggregarli, mettendosi all´ascolto della loro vita e dei loro problemi, riscoprendo il significato di una formazione che risponda alle loro esigenze, sostenendo le aggregazioni laicali nel loro compito di rinnovamento per una nuova forma di rappresentanza responsabile e solidale. Di conseguenza l´impegno di evangelizzazione, come annuncio esplicito del messaggio evangelico che incrocia le domande degli artigiani si rivela come seconda priorità per un´autentica conversione pastorale. Si tratta di superare una visione puramente etica del Vangelo, di combattere la divisione tra vita e fede e una visione minimale di questa che la riduce a consumo del sacro.L´incontro con Cristo, il Vivente, fa più autentica la vita degli uomini e li rende più responsabili della loro vita e delle loro scelte perché rivela il significato stesso della loro umanità. 
Oggi la Chiesa che è in Italia si sta interrogando sul progetto culturale che da sempre costituisce la sfida fondamentale della fede cristiana, infatti "incarnare e declinare nella storia – per noi nelle vicende concrete dell´Italia di oggi – questa interpretazione cristiana dell´uomo è un processo sempre aperto e mai compiuto" .
Per certi versi si può affermare che l´artigianato, come forma di civiltà che si è espressa anche in una modalità precisa di lavoro, è stato, nella tradizione dell´occidente, una modalità significativa di progetto culturale cristiano che ha consegnato alla storia e alla tradizione dell´umanità delle testimonianze di grande valore in tutti gli ambiti della vita sociale e culturale. 
Oggi siamo chiamati a prendere coscienza dei profondi cambiamenti che sono intervenuti anche nel mondo artigiano, non per rimpiangere un tempo passato o per ripetere nostalgicamente formule e sintesi di vita non più praticabili, ma per ritrovare la forza per una nuova inculturazione della fede che esprima nelle nuove situazioni una sintesi originale di vita cristiana in grado di fare storia e di orientare le scelte di vita e di lavoro degli artigiani della nostra epoca. Pertanto un´autentica evangelizzazione degli artigiani non potrà fare a meno di misurarsi con le domande e le aspirazioni emergenti per cercare delle soluzioni ispirate alla Parola di Dio e all´insegnamento sociale della Chiesa. In questa prospettiva anche il compito della ricerca e della proposta di una spiritualità laicale risulta necessario, affinché la religiosità proposta agli artigiani sappia evitare il rischio delle secche del tradizionalismo o dei luoghi comuni di una pratica superficiale della fede. La terza priorità pastorale ci porta, di conseguenza, alla necessità di elaborare progettualità pastorali che abbiano l´obiettivo della formazione di gruppi di artigiani cristiani che accettino di vivere la loro professione come reale esperienza di testimonianza e di annuncio della fede. I soggetti di questa azione pastorale sono diversi, ma tra di loro complementari. E indispensabile, prima di tutto, ritrovare il ruolo della parrocchia, comunità ecclesiale sul territorio, chiamata ad avere un´attenzione ai lavoratori artigiani tramite l´offerta di alcuni momenti specifici di formazione e di spiritualità e il sostegno fattivo ad una socialità di valore. 
La pastorale sociale e del lavoro, poi, ha il dovere di accompagnare con una sensibilizzazione specifica e con la proposta di alcuni strumenti adeguati questo impegno nei confronti dei lavoratori autonomi, avendo cura di collegare questo ambito di pastorale di ambiente con una progettualità complessiva che sostenga un´opera di discernimento della realtà del lavoro e di evangelizzazione di tutte le categorie di lavoratori per un contributo alla realizzazione di "una società del lavoro libero, dell´impresa e della partecipazione". Infine risulta inderogabile la rivisitazione del ruolo delle associazioni di categoria, sia quelle di ispirazione cristiana, come quelle che avvertono l´urgenza di un rinnovamento valoriale profondo. A loro è chiesto di passare dalla semplice, sebbene indispensabile, tutela degli interessi, ad una capacità elaborativa nuova che facendo leva su un nuovo spirito associativo sia in grado di coniugare la rappresentanza settoriale con il valore della solidarietà e della partecipazione collettiva. E questo sarà possibile nella misura in cui saranno in grado di riproporre una formazione specifica, di collaborare alla progettualità pastorale più ampia, di inserirsi nelle sfide sociali e del lavoro in modo propositivo e coerente. 
Questa conversione pastorale trova nella prospettiva dell´imminente Giubileo una preziosa opportunità per ribadire la centralità di Cristo come punto di partenza di ogni reale cambiamento. E dalla fede in Gesù Cristo, infatti, che il lavoro ritrova il suo significato di vocazione, di collaborazione, di dono; che la vita cristiana si rivela proposta di novità e di liberazione in grado di realizzare pienamente l´uomo e le sue aspirazioni più profonde; che l´ambiente di lavoro diventa luogo efficace della testimonianza di uno stile di vita cristiana e di una logica di produzione ispirata al vangelo.