Commissione Episcopale per lecumenismo e il dialogo e Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace
Dio pose luomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15)
1.
tutto è stato creato per mezzo di Lui
Fin dalle prime pagine la Scrittura parla di Dio come Creatore, colui che per amore ha fatto ogni cosa (Gn 12). «Del Signore è la terra e quanto contiene» (Sal 23,1) cantano i Salmi, invitando a contemplarne la bellezza, a benedire il suo autore e il suo agire provvidente (Sal 88; 103; 134; 148). Lo stesso creato, anzi, è invitato a lasciarsi coinvolgere nella lode, nella benedizione rivolta al Creatore che dona la vita (Dn 3,5290). Anche i profeti fanno spesso memoria della potenza creatrice di Dio, per rinsaldare la fede del popolo e per chiamarlo a conversione (Is 40,1213; 44,2425; Am 4,13; 5,89). Essi richiamano ad unesistenza nella giustizia e nella fedeltà alla Parola: solo così è possibile vivere un rapporto con la terra, che consente una vita buona per lumanità e per tutte le creature. Sono in particolare i comandamenti del sabato, dellanno sabbatico e dellanno giubilare (Lv 23,3; 25,117) a ricordare che luomo non è padrone assoluto della terra: essa gli è data come dono, da coltivare e custodire in fedeltà (Gn 2,15).
Il Nuovo Testamento rilegge tale prospettiva alla luce dellesperienza del Signore Risorto, scoprendo in lui il mediatore dellintera creazione: per mezzo di Lui ogni cosa è stata creata ed in lui tutto trova senso e pienezza (Gv 1,13; Col 1,1520; Eb 1,3). Quello stesso Verbo che si è fatto carne in Gesù Cristo operava, infatti, fin dal principio, come Sapienza creatrice del Padre. La stessa Pasqua del Signore, poi, rivela una dimensione cosmica: è la terra stessa ad essere coinvolta nella risurrezione, così da essere orientata, così, alla pienezza di vita. La speranza cristiana ha, dunque, le dimensioni dellintera creazione: «aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2 Pt 3,13).