UFFICIO NAZIONALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

1ª Giornata per la Salvaguardia del Creato

La Scrittura narra del creato come del primo grande dono di Dio, la prima radicale espressione del suo amore potente: un cosmo ordinato e prezioso, capace di sostenere quella realtà misteriosa e fragile che è la vita.
18 Settembre 2008

Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo e Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace
 
 
Dio pose l’uomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15)
 
1. …tutto è stato creato per mezzo di Lui…
Fin dalle prime pagine la Scrittura parla di Dio come Creatore, colui che per amore ha fatto ogni cosa (Gn 1–2). «Del Signore è la terra e quanto contiene» (Sal 23,1) cantano i Salmi, invitando a contemplarne la bellezza, a benedire il suo autore e il suo agire provvidente (Sal 88; 103; 134; 148). Lo stesso creato, anzi, è invitato a lasciarsi coinvolgere nella lode, nella benedizione rivolta al Creatore che dona la vita (Dn 3,52–90). Anche i profeti fanno spesso memoria della potenza creatrice di Dio, per rinsaldare la fede del popolo e per chiamarlo a conversione (Is 40,12–13; 44,24–25; Am 4,13; 5,8–9). Essi richiamano ad un’esistenza nella giustizia e nella fedeltà alla Parola: solo così è possibile vivere un rapporto con la terra, che consente una vita buona per l’umanità e per tutte le creature. Sono in particolare i comandamenti del sabato, dell’anno sabbatico e dell’anno giubilare (Lv 23,3; 25,1–17) a ricordare che l’uomo non è padrone assoluto della terra: essa gli è data come dono, da coltivare e custodire in fedeltà (Gn 2,15).
Il Nuovo Testamento rilegge tale prospettiva alla luce dell’esperienza del Signore Risorto, scoprendo in lui il mediatore dell’intera creazione: per mezzo di Lui ogni cosa è stata creata ed in lui tutto trova senso e pienezza (Gv 1,1–3; Col 1,15–20; Eb 1,3). Quello stesso Verbo che si è fatto carne in Gesù Cristo operava, infatti, fin dal principio, come Sapienza creatrice del Padre. La stessa Pasqua del Signore, poi, rivela una dimensione cosmica: è la terra stessa ad essere coinvolta nella risurrezione, così da essere orientata, così, alla pienezza di vita. La speranza cristiana ha, dunque, le dimensioni dell’intera creazione: «aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2 Pt 3,13).